Messina

Sabato 16 Novembre 2024

Il restauro dell’antico maniero di Milazzo Aperta un’indagine sulla gestione dei lavori

MILAZZO. «Abbiamo aperto totalmente il castello sul cui appalto indagini in corso da parte della magistratura lasciano adito a forti dubbi di gestione negli anni 2007/2010». Così ha scritto il sindaco Carmelo Pino, nel contesto del comunicato diramato venerdì pomeriggio per dire «basta alle strumentalizzazioni ed alle tante bugie di alcuni consiglieri comunali» che, a suo dire, cercherebbero di rallentare l'azione amministrativa della sua giunta. La procura della Repubblica di Barcellona sta indagando sulla gestione dell'appalto concorso da 12 milioni di euro che ha portato al restauro dell'antico maniero. La conferma è venuta fuori, nella tarda serata di venerdì, e, sembrerebbe che le forze dell'ordine siano state delegate dalla Procura barcellonese ed avrebbero già acquisito tutti gli atti relativi all'appalto concorso ed agli stati di avanzamento dei lavori. Il periodo messo sotto la lente d'ingrandimento dei magistrati va dal 2007 al 2010; e gli stessi si sarebbero mossi dopo aver ricevuto un dettagliato esposto. I lavori, previsti dal Pios 5 di "Conservazione e valorizzazione della cittadella fortificata quale bene della Comunità europea", finanziati per un importo di poco meno di 12 milioni di euro, sono stati eseguiti dal consorzio stabile Aedars scarl, con sede legale in Roma. La commissione di gara, presieduta dal dirigente del sesto dipartimento, Francesco Clemente, era composta dai tecnici Gaetano Montalto e Santi Trovato. In quell'occasione si arrivò all'aggiudicazione dopo ben quindici riunioni ed alcune conferenze di servizi. Dal verbale di gara risulterebbe che il consorzio stabile Aedars scarl di Roma avrebbe totalizzato il punteggio di 93,77 scaturente dalla somma del punteggio per l'offerta tecnica con quella economica. Nello specifico per la realizzazione delle opere di cui al bando del comune è stato offerto il prezzo di 7 milioni e 491 mila euro, cui si aggiungono 498 mila euro per l'attuazione dei piani di sicurezza e 479 mila euro per la progettazione esecutiva delle stesse opere. L'appalto si doveva concludere entro un anno e, gli interventi, riguardavano il recupero della Cinta Aragonese, della Cinta Spagnola, dell'edificio conventuale e del Mastio, completati di bonifica, attraverso la diserbatura e la pulitura di tutti gli ambienti e dei camminamenti, alla messa in sicurezza e recupero dell'agibilità degli accessi alle singole torri, con mantenimento di stratificazioni, diversità e complessità storiche e, al rifacimento ex novo e a norma, degli impianti elettrico idrico e di smaltimento. Su cosa, in particolare, stiano indagando i magistrati e, cosa sia stato riportato, di particolare, nell'esposto-denuncia, al momento esiste il massimo riserbo.

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