MESSINA. Il decreto legge SalvaRoma produce effetti negativi per il Comune che torna seriamente a rischio dissesto economico-finanziario. L'amministrazione comunale, entro fine mese, secondo la precedente normativa, avrebbe potuto presentare in deroga il nuovo Piano di Riequilibrio dopo la prima bocciatura del Consiglio e la deroga. Piano che se approvato consentirà di ottenere il prestito statale da rimborsare nei prossimi anni. Ma le normative nazionali del governo Renzi per evitare il crack al Comune di Roma cambiano le cose e mettono in crisi Palazzo Zanca.
A lavoro, dopo la pubblicazione del decreto, il vicesindaco Guido Signorino e il segretario generale Antonio Le Donne. Il nuovo testo in Gazzetta Ufficiale dal 6 marzo, non concede più i 90 giorni di tempo alle amministrazioni che si sono viste respingere il Piano di Riequilibrio (è il caso di Messina) e dall'altro prevede che tocca alla Corte dei Conti (per avere una nuova proroga) bocciare l'ultimo Piano presentato. La bocciatura è arrivata dal Consiglio comunale ma non dalla magistratura contabile perché le norme, da 48 ore, sono state modificate. Giunta municipale e Le Donne attendono risposte dal ministero degli Interni e dall'Anci per capire come muoversi. Nella prossima settimana se ne saprà di più. E dovranno già essere resi noti i provvedimenti che possano evitare burocraticamente il crack economico.
A sostenere l'azione amministrativa Giacomo D'Arrigo, direttore nazionale dell'Agenzia Giovani che ha messo in contatto l'amminisrazione con i referenti dell'associazione nazionale Comuni d'Italia e con il governo Renzi. In Consiglio comunale l'esponente del gruppo misto Antonella Russo sta vagliando gli atti in attesa di un incontro con Le Donne. Il decreto SalvaRoma che può essere emendato con l'approvazione fissata entro il 7 maggio prevede al momento "per l’esercizio 2014, agli enti locali che abbiano presentato, nel 2013, i piani di riequilibrio finanziario previsti dall’articolo 243-bis del Testo Unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, per i quali sia intervenuta una deliberazione di diniego da parte della competente Sezione regionale della Corte dei Conti, è data facoltà di riproporre un nuovo piano di riequilibrio, previa deliberazione consiliare, entro il termine perentorio di novanta giorni dalla comunicazione del diniego. Tale facoltà è subordinata all’avvenuto conseguimento di un miglioramento, inteso sia come aumento dell’avanzo di amministrazione che come diminuzione del disavanzo di amministrazione, registrato nell’ultimo rendiconto approvato”. In caso di dichiarazione di dissesto, oltre all'accertamento di responsabilità per gli amministratori, tutti i contrattisti a tempo determinato perderanno il posto di lavoro.