CAPO D'ORLANDO. È previsto per oggi l’incontro tra il vice sindaco di Capo d’Orlando, Aldo Leggio e il titolare dell’impresa di lavorazione agrumaria per risolvere il problema dello scarico di acque di lavorazione nella condotta comunale in caso di sovraccarico. Una circostanza che si è ripetuta giovedì pomeriggio a causa della mancanza di un bypass che ha provocato l’esondazione del liquido della produzione di arance dal pozzo dell’azienda alla condotta fognaria. Proprio sulla necessità di realizzare questo intervento, ed i modi come farlo, sarà al centro dell’incontro tra le parti. Si tratta, affermano comunque i tecnici comunali, di acque già depurate attraverso l’impianto della fabbrica, priva di elementi inquinanti. In ogni caso, però, servono rimedi per evitate un appesantimento della rete fognaria cittadina che proprio giovedì è andata in tilt provocando lo scarico sulla spiaggia. A farla saltare, una lunga interruzione imposta dall’Enel per lavori. Così, a ridosso del depuratore di Tavola Grande è avvenuto lo sversamento in mare, in larga parte composto dal succo d’arancia. La presenza di liquami è servita ad alimentare la tensione politica con consiglieri di minoranza che hanno subito accusato l’amministrazione di non essere in grado di evitare questo tipo di disagi. L’amministrazione, dal canto suo, ha annunciato di voler chiedere conto all’Enel. “Il fax con il preannuncio del distacco- spiega Leggio- è arrivato martedì pomeriggio in comune ma in ogni caso non avevamo possibilità di evitare la paralisi delle pompe che spingono i liquami fognari al depuratore.” Il sindaco già il 23 aprile di un anno fa aveva scritto all’Enel chiedendo di concordare con l’ente qualsiasi distacco per scongiurare il ripetersi di emergenze sanitarie. “In difetto- scriveva il primo cittadino nella nota firmata anche dal responsabile del servizio Antonio Marano- intraprenderemo ogni azione a tutela ambientale e sanitaria dei cittadini”. “Non servirebbe tanto - chiosa il vice sindaco Leggio- basterebbe che l’Enel attaccasse un gruppo di continuità per scongiurare la fuoriuscita di liquami che, se dolosa, è un reato”.