Messina

Lunedì 18 Novembre 2024

La vertenza al Teatro Vittorio di Messina: «Tagliano la lirica e noi suoniamo per protesta»

MESSINA. "C'è chi ha minacciato persino il suicidio. E noi a fatica siamo riusciti ad evitarlo. Ma il rischio è dietro l'angolo. Ci sono professionisti che dopo aver studiato una vita adesso non sanno come sbarcare il lunario". A rivelarlo è il professore d'orchestra Gianpiero Cannata, una delle bandiere della protesta. Una voce fuori dal coro. Quando aveva 17 anni andò a suonare il suo corno nella striscia di Gaza. Adesso guida la protesta al Vittorio.
Quella dei lavoratori dell'ente teatro è l'ennesima emergenza che si apre sul fronte occupazionale a Messina. In gioco almeno 150 posti di lavoro tra diretti e indotto. Tra chi rischia anche ultracinquantenni per i quali rientrare in gioco è praticamente impossibile. Metteranno in scena gratuitamente "Pierino e il Lupo" di Prokofev, un'opera con voce narrante (che sarà probabilmente l'attore Ninni Bruschetta) per attirare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla situazione del teatro Vittorio Emanuele ed in particolare sull'emergenza musica. Gli orchestrali del teatro Vittorio, venerdì 28 marzo, protesteranno così contro quello che definiscono l'immobilismo della politica e contro le scelte annunciate da parte della Regione.
Un protocollo d'intesa proposto dall'assessore al Turismo Michela Stancheris a tutti i teatri, priva Messina della lirica e crea una sorta di circuitazione delle produzioni tra i teatri siciliani. Il risultato è che l'orchestra del Vittorio che da anni attendeva la stabilizzazione resterà senza lavoro. A questo si aggiunge il "no" della stessa Stancheris arrivato per fax asulla domanda di contributo straordinario da 250 mila euro per mettere in scena una ministagione musicale che sarebbe dovuta partire ad aprile. "Avevamo speso del tempo - dice Cannata - e anche dei soldi. Avevamo interpellato direttori d'orchestra. Tutto inutile".
L'assessore al Turismo Michela Stancheris, interpellata al telefono si dice sorpresa e anche contrariata dal rumore che sta sollevando la questione e dice innanzitutto che il consiglio di amministrazione, la Regione ha indicato quale suo componente l'ex dirigente del comune Carmelo Altomonte, sarà ratificato la prossima settimana e che al posto di sovrintendente vedrebbe bene Giusy Furnari ex candidato alla poltrona di sindaco del Megafono. Poi aggiunge: "Il teatro di Messina ha una dotazione di 4 milioni, tolte le spese degli stipendi, che ammontano a 2 milioni e 800 mila euro, può programmare ugualmente. Non ci sono altre risorse".
A ribattere il presidente dell'ente Maurizio Puglisi: "Tra stipendi oneri riflessi e bollette spenderemo 4 milioni e 150 mila euro. Vale a dire che siamo già sotto per la gestione ordinaria di 150 mila euro. Per la programmazione non c'è un euro". Il presidente della commissione cultura, il messinese Marcello Greco, che nei giorni scorsi aveva criticato il presidente Maurizio Puglisi tacciandolo di immobilismo, ha già convocato una riunione straordinaria per mercoledì prossimo.
Il protocollo d'intesa contestato dagli orchestrali lascia la lirica e la musica nei teatri di Palermo e Catania. Secondo l'ex direttore artistico della sezione musica del Vittorio Lorenzo Genitori è fuori legge. La norma che istituisce il teatro impone l'allestimento del cartellone musicale. Per farne a meno occorrerebbe varare un nuovo provvedimento in consiglio di amministrazione.

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