MESSINA. "Fuoco e fiamme" per il nuovo depuratore che si sta per realizzare ai piedi del cratere. Dopo gli esposti-denuncia del movimento di cittadini guidato da Christine Berart, del Codacons di Messina e da Pietro Lo Cascio, consigliere comunale de "La Sinistra", si muove la giunta comunale.
Il sindaco Marco Giorgianni e l'assessore all'ambiente Tiziana De Luca hanno chiesto "spiegazioni" all'assessorato energia e servizi di pubblica utilità (dipartimento acque e rifiuti, dirigente generale Marco Lupo), ai ministeri delle infrastrutture e trasporti, al provveditorato interregionale alle opere pubbliche per Sicilia (responsabile del procedimento Antonio Cirafisi e direttore dei lavori Pietro Certo).
"L'amministrazione comunale, soggetto responsabile del territorio e della salvaguardia ambientale - hanno scritto - vuole meglio comprendere l'attività che si sta eseguendo per la costruzione del nuovo depuratore nell'Isola di Vulcano per valutarne le eventuali ricadute sull'immagine e la tutela dell'Arcipelago, anche alla luce delle segnalazioni giunte da parte di alcuni cittadini ed a garanzia del mantenimento delle Isole Eolie del riconoscimento dell'Unesco come Patrimonio dell'Umanità, pertanto richiede di relazionare in merito all'intervento che si sta realizzando con particolare riferimento alle autorizzazioni propedeutiche acquisite per la realizzazione della struttura, nonché alle azioni intraprese a tutela dello skyline del Vulcano e dell'ambiente in toto, stante che la stazione appaltante è in capo alla Regione Siciliana".
I depuratori di Vulcano e Lipari e anche i due dissalatori, sono stati finanziati dal ministero dell'Ambiente con oltre 50 milioni di euro. Recentemente anche il Codacons, è intervenuto con un esposto alla procura della Repubblica presso la Corte dei Conti ed alla procura di Barcellona per far piena luce sulla vicenda. "Sia nel progetto definitivo che nel progetto esecutivo approvato è previsto che la condotta fognaria di Vulcano debba essere realizzata in gres alla luce del calore e dell'aggressività del terreno così come deve essere realizzata in acciaio la condotta premente - ha spiegato Antonio Cardile, avvocato-presidente provinciale del Codacons - il sindaco ha affermato che i tubi sono stati volutamente cambiati perché nel sottosuolo di Vulcano c'è zolfo. Riteniamo doveroso, trattandosi di un appalto pubblico, che le procure competenti accendano i riflettori sulla questione al fine di fugare ogni eventuale dubbio di danno erariale. La presenza di zolfo sull'isola di Vulcano, del resto, non costituisce certamente una scoperta successiva all'approvazione del progetto".
"In questo periodo di grave crisi economica - ha continuato l'avvocato Cardile - occorre essere certi che i soldi pubblici siano spesi correttamente e che sia accertato e sanzionato ogni eventuale spreco, da chiunque effettuato. Le Eolie oltre ad essere inserite tra i siti di importanza comunitaria, sono anche Patrimonio dell'Unesco e necessitano quindi di efficaci controlli. Ciò anche al fine di consentire le Isole possano conservarsi integre, garantendo - in tal modo - anche l'economia turistica, che si basa proprio su bellezze naturali note ed apprezzate in tutto il mondo".
Vulcano, nuovo depuratore: ora si muove la giunta
«Comprendere l’attività per la costruzione e valutarne le eventuali ricadute sull'immagine e la tutela dell’Arcipelago». Il costo dell’opera è di oltre 50 milioni
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