MESSINA. Il Cup, centro unico prenotazioni dell’azienda sanitaria provinciale torna a far discutere per il cattivo funzionamento del servizio. Da giorni, o peggio ancora forse da settimane, le telefonate in arrivo ai numeri verdi attivi per l’utenza 800 332277 la nuova linea ed 800 007606 la vecchia linea, si concludono con estenuanti attese che si rivelano purtroppo inutili. Gli utenti rimangono appesi alla cornetta del telefono per ore, ascoltando il solito disco registrato che invita a rimanere in linea per non perdere la priorità acquisita. «Ma quale priorità? - si chiedono gli assistiti infuriati - qui ci prendono in giro, facendo credere che gli operatori del call center sono al momento tutti occupati e prima o dopo qualcuno risponderà. Soltanto per fare la prenotazione di una visita o di un esame, si perdono giornate intere dietro ad un telefono, ascoltando il solito messaggio preregistrato che invita fiduciosamente a restare in linea». Gli aspiranti assistiti dal servizio sanitario pubblico sono avviliti e si sentono in trappola. Per prenotare una prestazione sanitaria è obbligatorio passare dal centro unico prenotazioni dell’Asp che ha la funzione di smistare anche le chiamate dirette ai presidi ospedalieri di Policlinico, ospedali riuniti Papardo - Piemonte e Centro neurolesi lungodegenti. «Il personale dell’ospedale in cui dovrò fare l’esame - racconta un assistito che dovrebbe prenotarsi per una tac - mi ha detto che i numeri sono giusti e funzionano, devo solo insistere riprovando in continuazione. Ho seguito il suggerimento ma evidentemente non sono stato fortunato». I disservizi del Cup, lamentati dai reclami degli assistiti appaiono come un’assoluta novità alle orecchie dell’azienda sanitaria provinciale: «Non abbiamo ricevuto comunicazioni di guasti né di interruzioni del servizio - replicano dalla direzione generale dell’Asp - di solito quando ci sono dei problemi veniamo avvertiti in modo da avvisare l’utenza. Ci riserviamo di fare le nostre verifiche con il personale addetto ma allo stato attuale non possiamo parlare di disservizi».
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