MESSINA. Dopo la richiesta di dimissioni da parte dei componenti della Commissione d’indagine Bilancio e Finanze, il presidente del Collegio dei revisori dei Conti del Comune, Giuseppe Cambria, nella tarda serata di giovedì, ha inviato una lettera al sindaco, al presidente del consiglio comunale e al segretario generale per comunicare la sua decisione di dimettersi dall’incarico, in quanto sarebbero «venute meno le condizioni per espletare il mandato in serenità e piena consapevolezza delle decisioni da assumere rispetto ad un quadro normativo di riferimento carente ed incerto».
Lo stesso commercialista, nel ringraziare tutti, ha auspicato «un percorso virtuoso volto al risanamento dell’Ente che possa definitivamente fare chiarezza rispetto alla reale situazione pregressa ed attuale». Sulla conferenza condotta dai consiglieri comunali, Franco Scicolone, Giuseppe Marano, Alessio Andaloro e Francesco Alesci, e sulle contestazioni fatte all’amministrazione, intanto è intervenuto lo stesso esecutivo che, a proposito delle procedure utilizzate per il pagamento dei fornitori con i fondi del decreto 35/2013 «Salvaimprese» in una breve nota ha precisato: «È a dir poco singolare che una commissione di inchiesta sulle finanze, per di più presieduta da un autorevole competente in materia di finanza pubblica, esprima le perplessità riscontrate nel comunicato stampa diffuso. Desta non poche preoccupazioni che si insinuino dubbi sulla regolarità dei pagamenti effettuati assumendo a supporto il fatto che siano stati pagati fornitori del 2009/2011, quando le somme ottenute erano da utilizzare per i debiti dell’anno 2012. Nulla di meno rispondente alla realtà; la normativa, infatti, prevede che i debiti provenienti anni precedenti al 2012 dovessero essere pagati se dovuti per somme vincolate ricevute dal Comune. Se un Comune ha ricevuto soldi dalla Regione e dallo Stato per pagare determinate opere o interventi, avrebbe dovuto destinarli solo ed esclusivamente a quello». E, la nota prosegue: «a Milazzo, invece, le somme vincolate sono state utilizzate negli anni dal 2008 al 2010 per fare fronte ad altro. Ecco perché il decreto legge 35 del 2013 non solo consente il pagamento di quei fornitori beffati precedentemente ma addirittura è un obbligo procedere a tali pagamenti. Purtroppo la ditta Isolsud non rientrava in questa categoria. Era stata sì beffata, ma perché le somme del bilancio comunale, cioè quelle incassate dai cittadini, erano state spese per pagare in anticipo i festini ed i manifesti oltre che i catering e le spese di rappresentanza che si sono succeduti dall’estate del 2009 al marzo del 2010». A conclusione l’amministrazione, con polemica aggiunge: «Il presidente della commissione d’inchiesta dovrebbe saperlo bene perchè quelle spese vennero effettuate mentre lui era consigliere comunale di maggioranza e avrebbe dovuto porre fine a tali irregolarità» .