Continuano ad essere bloccati i pagamenti verso i creditori mentre il dissesto resta ancora «congelato» e di «salva comune», almeno, al momento, non se ne parla più. Un braccio di ferro fra consiglio comunale ed amministrazione che, da qualche mese, non consente il pagamento delle fatture da parte del comune mamertino a quelle ditte che, anni prima, avevano fornito servizi all'ente ed avavo anche effettuato anticipazioni di somme per protare a termine i lavori «ordinati». Adesso, alcune ditte creditrici, hanno licenziato i dipendenti; altre rischiano il fallimento ed altre ancora hanno fatto l'uno e l'altro. È il caso dell'azienda Isolsud s.n.c. con sede a Ruvo di Puglia, in provincia di Bari. Nel lontano 2009, su incarico dell'amministrazione comunale, l'azienda guidata da Michele Stragapede effettuò lavori di riparazione sul tetto del nuovo palazzetto dello sport di via Valverde; lavori regolarmente riconosciuti e posti a carico del bilancio comunale, ma mai pagati. Un buco di bilancio che, sommati ad altri minori, stanno portando alla chiusura della ditta pugliese. Secondo quanto ha fatto sapere il'amministratore della società che, si è stancato di telefonare al comune per avere notizie sul suo credito, la Isolsud negli ultimi tre mesi ha licenziato otto dipendenti su un organico operativo che ne ha sempre contati in media una ventina. «Una grande realtà nell'ambito cittadino - scrive Srtragapede - che oggi vede sgretolarsi il patrimonio per grosse inadempienze della pubblica amministrazione che pretende ciò che è doveroso ma non paga quanto dovuto».
Il contratto di appalto tra l'azienda pugliese e il comune mamertino risale al 27 marzo 2009. Aveva come oggetto il «rifacimento impermeabilizzazione copertura palazzetto dello sport di Milazzo» coperto con fondi di bilancio (delibera di Giunta n. 297/2008). I lavori hanno ottenuto la documentazione che ne certifica la regolare esecuzione e sono state emesse fatture per un totale di 179 mila euro tra giugno a dicembre 2009. L'azienda, dopo mesi di attesa e di solleciti, si è rivolta al tribunale per avere riconosciuto il pagamento. Il decreto ingiuntivo notificato nel novembre 2010 però è stato impugnato dal Comune. Nell'ottobre 2011 il tribunale di Trani dichiarava «improcedibile» l'opposizione ed ha anche condannando l'ente mamertino al pagamento delle spese di giudizio di opposizione. La somma lievita a 230 mila euro. Con due distinti atti di precetto notificati il 14 novembre 2012 si chiede comune di Milazzo il pagamento. Viene pignorato il conto alla Banca Popolare di Lodi per l'importo complessivo di 339 mila euro (aumentato della metà ex art. 546 c.p.c). Ma con la dichiarazione di dissesto avvenuta nel marzo 2013 si blocca tutto.
«Nonostante l'arrivo della commissione di liquidazione - spiega l'amministratore della Isolsud - ad oggi alcun riscontro e forse nessuna possibilità di incasso a breve termine a causa dell'iscrizione, da parte dell'Ente, delle somme in partite di bilancio non coperte nemmeno dalle erogazioni effettuate dalla cassa depositi e prestiti come da decreto Salva Italia». A conclusione, l'imprenditore scrive: «Essendo la situazione degenerata, non sappiamo più a chi rivolgerci, mentre il destino della nostra azienda, delle famiglie degli operai (licenziarti e non) che non percepiscono stipendi da circa sette mesi, dei fornitori e consulenti non pagati, con tutte le conseguenze e decisioni, anche estreme, che ne potranno scaturire sotto tutti i punti di vista non avendo più nulla o quasi da perdere». Sulla questione abbiamo sentito l'assessore alle Finanze del comune di Milazzo, Pippo Midili. «Conosco la vicenda della Isolsud - dice Midili - purtroppo possiamo fare poco. Essendo un debito del 2009 rientrava nelle competenze della commissione di liquidazione che si stava occupando dei crediti maturati prima del dissesto. Con la sospensione del default è tutto bloccato. Sia il Ministero quanto la regione non sono stati in grado di dirci per iscritto, come muoverci».
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