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Messina, lo scandalo della formazione: la difesa di Genovese

MESSINA. Il deputato nazionale del Pd Francantonio Genovese si è difeso ieri nella giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Parla di "fumus persecutionis" l'ex primo cittadino sul quale pende la richiesta di arresto avanzata dalla procura del capoluogo e accolta dal Gip Giovanni De Marco per le accuse di associazione a delinquere, riciclaggio, peculato, truffa e per reati finanziari legati alla presunta evasione di imposte sui redditi e sul valore aggiunto avvalendosi - secondo i Pm - di fatture per operazioni inesistenti emesse in suo favore dalla società Calaservice Srl. Per tutti gli altri capi d'imputazione contenuti nella richiesta di ordinanza di custodia cautelare non è stato richiesto l'arresto per l'ex sindaco e già segretario regionale del Pd. La giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, presieduta dall'ex ministro Ignazio La Russa, esponente politico di Fratelli d'Italia, deciderà nei prossimi giorni ma toccherà successivamente a Montecitorio esprimersi sull'arresto oppure respingere la richiesta. Genovese è stato sentito per oltre un'ora dai parlamentari che compongono la giunta e ha esposto le proprie ragioni. Una difesa che è stata definita "garbata ma non sintetica" quella del parlamentare nazionale che alle primarie del Pd per la scelta dei candidati in lista per le elezioni del 2013 aveva ottenuto quasi 20mila preferenze. Ai commissari della giunta è stata distribuita la relazione del deputato Antonio Leone del Nuovo Centrodestra che ha redatto la documentazione ai colleghi sul caso giudiziario. Genovese - secondo quanto si è appreso - ha parlato di alcuni elementi di "fumus persecutionis" ai suoi danni e facendo riferimento agli atti del procedimento penale ha evidenziato criticità sulla valutazione del prezzo della locazione di un immobile che sarebbe frutto di una perizia - a parere del deputato del Pd - non adeguata. I commissari del partito democratico - come spiegato al termine della seduta da La Russa - hanno richiesto la produzione di alcuni documenti: tra questi l'ordinanza di revoca della custodia cautelare in carcere di un altro processo parallelo a quello di Genovese. "Oggi abbiamo avviato la discussione - ha dichiarato La Russa - che proseguiremo la prossima settimana. Il termine per esprimerci, che spira il 18 aprile, è infatti solo ordinatorio". Un segnale che potrebbe far slittare a dopo le festività pasquali la decisione della giunta. Genovese coinvolto nell'inchiesta sull'utilizzo dei fondi della Formazione Professionale si è autosospeso dal partito. A fine marzo il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, aveva fatto suo l'ordine del giorno presentato dal gruppo messinese renziano in direzione regionale che prevede il deferimento presso la commissione di Garanzia nazionale del partito e dunque verso l'espulsione di tutti gli iscritti del partito che risultano indagati nell'inchiesta sui fondi della Formazione professionale. Tra loro Genovese e il parlamentare regionale Franco Rinaldi. Nell'indagine della procura erano stati tratti in arresto quattro fedelissimi del parlamentare.

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