Messina

Sabato 16 Novembre 2024

Flotta pubblica a Messina, ecco il piano da dieci milioni

MESSINA. Dieci milioni di euro da prendere in prestito dalla Regione e dallo Stato da restituire con un piano di ammortamento quinquennale. Duecentossantatrè posti di avoro, diciannove milioni di euro di ricavi all’anno. Il Comune ha il suo piano per la flotta pubblica. A consegnarlo al sindaco Renato Accorinti è stato Alessandro Tinaglia leader di Reset, ex candidato alla poltrona di sindaco, alleato, sino al momento, anche se i rapporti sembrano piuttosto tesi, dell’amministrazione comunale. La flotta comunale era un punto di forza tanto del programma di Accorinti quanto del programma di Reset. E allora Reset ha messo a disposizione del sindaco il suo lavoro. Nei giorni scorsi c’è stato uno strappo tra Reset e la giunta ed in particolare con l’assessore alla Viabilità Gaetano Cacciola che non avrebbe preso in considerazione gli alleati sui provvedimenti che riguardano la viabilità cittadina. Reset ha approntato parte del programma che l’amministrazione ha varato per rivoluzionare il trasporto pubblico. A questo punto, la flotta comunale, diventa prioritaria per far si che lo strappo non diventi definitivo. Il sindaco Renato Accorinti, nelle prossime ore, incontrerà Tinaglia. E al centro del confronto ci sarà la flotta comunale. Vediamo i dettagli del progetto. L’obiettivo è fare dell’attraversamento dello Stretto sinora gestito in gran parte dal gruppo privato Tourist Caronte e solo in minima parte dalle ferrovie una risorsa per l’intera città. Gestire dunque non solo il cosiddetto ecopass, la quota che viene fatta pagare ad ogni mezzo che sbarca in città ma l’intero servizio. L’idea è quella di abbassare sensibilmente le tariffe: si va dal biglietto dei mezzi pesanti che scenderebbe dal prezzo medio di 116,41 a 93 euro a quello delle autovetture che pagherebbero 23 euro invece del prezzo medio attuato dagli attuali vettori: 31circa. Circa il venti per cento in meno. Il piano precede di attrarre così almeno duecentomila mezzi all’anno e di portare nelle casse della società comunale almeno 19 milioni di euro. Occhio anche ai pedoni. Nel 2012 hanno varcato lo stretto con il biglietto in mano 1.147.000 passeggeri. La quota da intercettare è pari 344 mila passeggeri che pagherebbero appena 1 euro e cinquanta centesimi. Con l’attuazione del piano si, attuerebbe, secondo Tinaglia, la cosiddetta continuità territoriale. In sette anni il Comune non solo riscirebbe a coprire il costo delle rate delle navi ma anche a pagare il prestito, il costo del personale, gli investimenti dello start up ed a lasciare nelle casse almeno 47 milioni di euro. L’ipotesi operativa su cui si lavora prevede l’attivazione di due rotte:Messina porto vecchio-Villa San Giovanni e Messina Tremestieri- Reggio Calabria. Ognuna delle due rotte utilizzerebbe due navi in esercizio. Ci sarebbe una quinta nave di riserva per eventuali situazioni di guasto o di emergenza. Le navi dirette a Reggio e in partenza da Tremestieri, di stazza più grossa, porterebbero i mezzi pesanti. Quelli in partenza dal porto le auto e i pedoni. Il costo dello Start up del primo anno si aggira intorno ai 15 milioni di euro.
I dati del piano finanziario
La flotta pubblica verrebbe denominata ”free Messina”. Nel piano finanziario escono fuori anche dati interessanti su come la torta dell’attraversamento, 128 milioni in tutto, viene divisa tra i vari vettori. Nel 2012 Caronte e Tourist ha fatturato 99 milioni, rete ferroviaria, 18 milioni e 770 mila euro; Meridiano 11 milioni. Per i soli mezzi pesanti, fatturato totale 77 milioni: Caronte e Tourist ha fatturato 51 milioni, rete ferroviaria quasi 16 milioni, Meridiano 10 milioni. Nel 2012 hanno varcato lo Stretto 666.000 mezzi pesanti; 1.616 mila auto; 5.389 mila passeggeri. Per la Campania, con la Cartour, sono partiti nel 2012 86.333 mezzi pesanti; 34.185 auto e 170 mila passeggeri. La rata annuale del prestito quinquennale per l’acquisto delle cinque navi sarebbe pari a 2 milioni e 800 mila euro. Ogni nave in esercizio costerebbe 2 milioni e 850 mila euro all’anno. Ogni nave costerebbe circa due milioni. Indispensabili i dieci milioni di prestito.

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