FLORESTA. Quattro persone rinviate a giudizio, imputate a vario titolo, per peculato d'uso in concorso, per aver utilizzato a fini personali e privati buoni benzina intestati al Comune di Floresta. Il gip del tribunale di Patti Maria Pina Scolaro ha disposto il giudizio per il sindaco del centro nebroideo, Sebastiano Marzullo, per il fratello Carmelo e per Francesco Spitaleri, responsabile dell'area tecnica comunale e Salvatore Stroscio. L'inchiesta riguarda, come detto, l'utilizzo dei buoni benzina del comune. Il sindaco, avendone disponibilità, secondo l'accusa, avrebbe consegnato i buoni a persone di fiducia per prelevare carburante destinato a mezzi non di proprietà comunale o per ragioni istituzionali. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2009 ed il 2011. In uno dei casi contestati, protagonista è il fratello del sindaco, Carmelo Marzullo, che avrebbe utilizzato un buono benzina di 50 euro per rifornire un mezzo, un furgone Fiat Ducato, di proprietà della sua ditta. Analoga contestazione viene mossa anche a Salvatore Stroscio, che secondo l'accusa, in più di un'occasione avrebbe prelevato con delle taniche il carburante per uso privato. Al geometra Francesco Spitaleri, responsabile dell'area tecnica del Comune, viene invece imputato il concorso in peculato per aver firmato le relative delibere di liquidazione delle fatture inerenti i buoni carburante. I guai giudiziari per il sindaco Marzullo, però, non finiscono qua. Nell'ambito dello stesso procedimento, infatti, il primo cittadino dovrà rispondere anche di falso e minaccia finalizzate all'induzione al reato. Dal 2009 al 2011, infatti, Marzullo avrebbe costretto, minacciando provvedimenti di ritorsione, un'impiegata comunale a registrare false annotazioni nel protocollo del Comune. La stessa impiegata, costituitasi parte civile nel processo a carico di Marzullo, è imputata, in concorso col sindaco, di falso ideologico continuato. SE. GR.