MESSINA. Mentre il Comune è sempre più orientato a dirottare i migranti verso uno degli edifici di Bisconte, su facebook e sugli altri social network imperversa la psicosi da "malattia" infettiva. Su internet si diffondono messaggi allarmistici che avanzano ipotesi fantasiose sui pericoli che incombono sulla città: dal rischio ebola diffuso in alcuni paesi centroafricani, alla tubercolosi. Una sorta di caccia all'untore che non trova alcun riscontro nei fatti. A smentire i rischi non solo i medici dei principali centri di malattie infettive ma anche l'azienda sanitaria provinciale che ha effettato i principali controlli al momento dello sbarco. E ancora: il Comune, tramite gli assessori Nino Mantineo e quello alle politiche del mare Filippo Cucinotta, e lo stesso ministero della sanità. L'ufficio stampa del ministro Lorenzini parla di "allarme del tutto ingiustificato".
Al centro sportivo dell'Annunziata, intanto, restano circa 280 migranti: 240 sono nelle tende allestite sul campo da baseball, circa quaranta al palanebiolo. Nessuna donna e nessun minore. I migrati più giovani sono stati tutti affidati agli istituti religiosi e all'Aibi, l'associazione che si occupa dei minori che ha aperto un proprio avamposto anche a Lampedusa. Anima dell'azione del Comune l'instancabile Clelia Marano mediatrice culturale che vanta una lunga esperienza come volontaria in Africa. Intanto, sulla questione, interviene Rifondazione comunista che chiede l'immediato apertura di un tavolo al presidente della Regione Rosario Crocetta. Rifondazione respinge l'ipotesi che in città, a Bisconte, nell'area ex militare, si possa creare un nuovo centro come quello di Mineo: "In pochi mesi, Messina, si ritrova ad affrontare, anche sul piano politico, una questione che prima era lontana. Al massimo si assisteva passivamente alla fuga delle persone da gravi situazioni che minacciano i loro diritti fondamentali. Non possiamo permettere che anche a Messina un'area come l'ex caserma di Bisconte venga destinata ad operazioni che inevitabilmente creeranno stati di indigenza. Non è possibile assistere al recinto da costruire intorno a donne e uomini che chiedono all'Europa di essere accolti e protetti perché la loro terra non gli garantisce una dignitosa vita. L'Europa se è dei popoli allora deve accogliere i popoli".
E poi un appello al primo cittadino: "Chiediamo fortemente alla giunta Accorinti di prendere le distanze da queste politiche e di concentrare i propri sforzi su scelte di accoglienza solidale e umana. Il partito della Rifondazione comunista si oppone fortemente a questo tipo di accoglienza e chiede ancora una volta che il sindaco Accorinti si confronti con la società civile e il movimento contro il razzismo e la xenofobia, affinchè si superi un'emergenza che non è data dai numeri delle persone che arrivano, ma dall'assenza di un vero sistema di accoglienza. Occorre procedere verso l'attivazione di centri di accoglienza decentrata e soprattutto di dimensioni piccole, con finanziamenti statali e gestite dai comuni attraverso un lavoro professionale e che sensibilizzi la città sulla reale situazione da cui fuggono le persone che arrivano dagli sbarchi".
Caricamento commenti
Commenta la notizia