MESSINA. Tra i creditori del Comune di Messina ci sono anche i morti, o meglio i parenti di coloro che hanno perso la vita per responsabilità oggettive accertate di palazzo Zanca. Ci sono i parenti della famiglia Carità, sterminata da un’alluvione ben 15 anni fa e quelli del piccolo Alessandro Riccina morto in una piscina a Villa Dante che doveva essere chiusa. Come in altri casi però palazzo Zanca non paga. In fila, come gli altri, assieme ai fornitori.
In coda con in mano sentenze e ordinanze dei giudici. Con storie che fanno venire la pelle d’oca. Ma così come agli altri creditori il Comune dice no. Perché le casse sono vuote. Inutili tutti tentativi di esigere forzatamente il credito.
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