MESSINA. La polizia sta eseguendo a Messina un' ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone accusate di usura ed estorsione. L'indagine è stata avviata dopo il tentativo di suicidio di un artigiano, trovato privo di sensi a bordo della sua autovettura. Disperato, l'uomo confidò a personale della polizia di essere finito nella morsa degli usurai. Gli arrestati, con l'accusa di usura e tentativo di estorsione, nell'operazione denominata in
codice 'Locustà sono Francesco Minniti, di 56 anni, Giuseppe Triolo, di 33, Salvatore Anastasi, di 61, Giacomo Irrera, di 50 e Angelo Roberti, di 40. Sono tutti in carcere tranne Roberti al quale sono stati concessi i domiciliari. Le indagini sono iniziate dopo il tentativo di suicidio dell'artigiano. L'uomo denunciò di essere vittima degli usurai che lo minacciavano e in diverse occasioni lo avevano anche picchiato. Gli strozzini avrebbero preteso interessi che oscillavano tra il 304% e il 608%, evocando il coinvolgimento di terze persone e sostenendo che il denaro era stato prestato dalle mogli di alcuni carcerati. A fronte di un prestito di circa 58 mila euro l'artigiano aveva già versato, solo a titolo di interessi, circa 55 mila euro. Due degli arrestati avrebbero, inoltre, preteso che la vittima consegnasse loro il certificato di proprietà di una autovettura e la sottoscrizione di Cid relativi a falsi incidenti stradali per poter ripagare le somme dovute. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati assegni, documentazione varia nonchè la somma in contanti di 16 mila euro.