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Cani in pericolo, escalation di esche avvelenate a Patti

PATTI. Continua la mattanza dei cani città. Questa volta con l’aggravante della brutalità, un vile gesto compiuto da un individuo che con un violento calcio ha provocato una emorragia interna tanto che il cane è morto subito dopo.
Gli ultimi casi sono quelli dei cani, Bruno e Leo, avvelenati e trovati morti a poca distanza l'uno dall'altro, nell'area adiacente a quello che quando sarà ultimato diventerà lo scorrimento veloce Patti-San Piero Patti, nei pressi di contrada Mulinello-Belfiore. Però si teme che possano essercene di più, dato che le ricerche sono iniziate da poco. La scoperta è avvenuta verso le 16 di ieri. A dare l'allarme, Alessandra Gatani che si è vista arrivare presso la sua vicina abitazione il cane Bruno, con la bava alla bocca per poi crollare al suolo. Subito sono arrivate le altre colleghe dell'associazione «Animalisti Siciliani Ambiente» e «Aima Cive», rispettivamente Antonella Policarpio e Loredana Cadoni, che hanno provveduto ad avvisare le forze dell'ordine e l’ufficiale sanitario per avviare le prime indagini. Secondo le prime risultanze effettuate dalle stesse volontarie, in attesa dei riscontri ufficiali, ad uccidere il cane sarebbe stata una polvere che si mescola con del cibo, il cui effetto è micidiale, dato che la morte sopraggiunge dopo pochissimo tempo, in genere non oltre mezzora.
Più feroce, invece, l'altro squallido episodio verificatosi in contrada Sant'Antonio, verso le 16,30. «Un cane randagio - spiega Daniela Faranda - presidente dell'associazione, dal carattere dolce e buono che aveva trovato nella zona un posto in cui stare e grazie a dalle brave persone avere anche un po’ di cibo e qualche carezza, è incappato in un delinquente che senza nessun motivo gli ha sferrato un potente calcio nella pancia. Il povero animale ha avuto la forza di scappare e quando una delle persone che lo accudiva, che tra l'altro ha visto il fatto, è andato a cercarlo lo ha trovato già morto stroncato da una emorragia interna». «Questi atti delinquenziali - conclude Faranda - ripropongono lo stato di inciviltà e mancanza di cultura che regna nei confronti di quelli che in teoria vengono considerati gli amici più fedeli dell'uomo. Il problema del randagismo si può risolvere solo se c'è un atteggiamento di cultura, di approccio con relativa azione concreta da mettere poi in campo. In pratica occorre trovare un accordo tra chi deve operare, per lavorare in sinergia. Inoltre non si vuole capire che il fenomeno del randagismo è frutto dell'umana inciviltà e lo si può combattere solo con la prevenzione. Deve essere comunque chiaro che l'uso del veleno non è una soluzione ma un atto criminale». Non è la prima volta che in città si verificano questi avvelenamenti. Infatti, lo scorso 16 novembre, furono trovati due i cani avvelenati insieme ad altrettanti gatti trovati morti a poca distanza nella centralissima via Papa Giovanni. Mentre l'episodio più clamoroso avvenne il 16 gennaio di due anni fa quando in contrada Ronzino, si verificò un'autentica strage con sette animali.

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