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Scaletta Zanclea, arresti al Comune

Nel corso delle indagini i carabinieri hanno avviato una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali che hanno permesso di trovare riscontri alle dichiarazioni dell'imprenditore locale

SCALETTA ZANCLEA. Terremoto giudiziario a Scaletta Zanclea dove i carabinieri hanno arrestato il dirigente dell'ufficio tecnico del Comune ed un ingegnere. Sono finiti ai domiciliari con le accuse di tentata concussione e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici, Salvatore Calabrò, 65 anni di Barcellona Pozzo di Gotto, dirigente dell'ufficio tecnico di Scaletta Zanclea e l'ingegnere Antonino Porcello, 64 anni, messinese. Ci sarebbe anche un terzo indagato. I provvedimenti sono stati emessi dal gip Maria Teresa Arena su richiesta del sostituto procuratore Diego Capece Minutolo. Al centro della vicenda la richiesta di rilascio di una sanatoria per opere realizzate abusivamente. Le indagini, svolte dai carabinieri della Compagnia Sud e dai militari della locale stazione, sono state avviate dopo la denuncia di un imprenditore del luogo. Si era presentato dai carabinieri della Stazione di Scaletta Zanclea sostenendo di essere stato costretto a rivolgersi all'ingegnere Porcello per presentare al Comune di Scaletta Zanclea una domanda per la concessione di una sanatoria edilizia per alcune opere realizzate abusivamente in un terreno. Il sistema che gli era stato prospettato era semplice: secondo gli investigatori l'ingegnere avrebbe proposto il pagamento di una parcella da diecimila euro (quattromila euro sarebbero dovuti andare al dirigente dell'ufficio tecnico comunale Calabrò) per il rilascio della sanatoria. Inoltre avrebbe fatto chiaramente intendere all'imprenditore che in caso di affidamento della pratica ad un altro professionista non avrebbe ottenuto il provvedimento amministrativo. E' emerso, inoltre, che i due avrebbe anche attestato volutamente una data di accertamento diversa da quella in cui le violazioni edilizie erano state in realtà accertate, probabilmente, secondo gli investigatori per dare alla vittima il tempo di decidersi a pagare. Nel corso delle indagini i carabinieri hanno avviato una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali che hanno permesso di trovare riscontri alle dichiarazioni dell'imprenditore. Da qui l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per entrambi. Nel corso di perquisizioni effettuate dai carabinieri sono stati sequestrati alcuni documenti che sono al vaglio degli investigatori. Intanto ieri mattina i due ingegneri sono stati interrogati dal gip Maria Teresa Arena alla presenza dei loro legali, l'avvocato Giovanni Miasi per Calabrò e l'avvocato Giuseppe Picichè per Porcello.

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