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Messina, debiti fuori bilancio e rischio dissesto Chiesta la proroga delle indagini

L’inchiesta aperta lo scorso anno: 6 persone indagate, tra queste ex amministratori e dirigenti

MESSINA. Il sostituto procuratore Antonio Carchietti ha chiesto la proroga della indagini nell'inchiesta sui debiti fuori bilancio del Comune di Messina. Servono altri accertamenti e più tempo per approfondire le carte dei bilanci degli anni 2009- 2010 e 2011 finiti al centro di un'indagine avviata da tempo dalla procura. Un'inchiesta complessa che attualmente assomma 36 persone iscritte nel registro degli indagati. Nel fascicolo sono finiti l'ex sindaco Giuseppe Buzzanca, componenti di Giunta comunale in carica tra il 2009 ed il 2011, componenti del Collegio dei revisori dei conti, l'ex ragioniere generale di Palazzo Zanca Ferdinando Coglitore, ed alcuni dirigenti dell'area economico finanziaria del Comune. L'indagine è stata aperta l'anno scorso anche sulla scorta di alcune segnalazioni sulle modalità di impegno delle spese comunali, una situazione che convinto la Procura ad accendere i riflettori sui bilanci comunali per verificare la regolarità delle carte. In questi mesi sono state acquisite diversi documenti finiti al vaglio degli investigatori della polizia giudiziaria ed è stata affidata anche una perizia ad un consulente, Vito Tatò,con il compito di analizzare i bilanci comunali di quegli anni. Qualche mese fa l'esperto della procura ha concluso il suo lavoro depositando una corposa relazione sul tavolo del sostituto procuratore Carchietti. Proprio i bilanci comunali sono finiti sotto la lente d'ingrandimento della Corte dei Conti che qualche giorno fa aveva bocciato il bilancio comunale del 2012 di Palazzo Zanca. I giudici contabili, in relazione all'anno 2012, hanno ravvisato la presenza di squilibri economico finanziari e di debiti fuori bilancio, ed altro ancora disponendo in una delibera «che l'ente provveda alla sospensione dei programmi di spesa non obbligatori e indispensabili fino alla concorrenza dell'importo pari al disavanzo accertato al 31 dicembre 2012 non ripianato e per il quale non risulterebbe individuata una idonea e concreta fonte di finanziamento». I magistrati della Corte dei Conti hanno inoltre disposto che «sia preclusa l'assunzione di impegni ed il pagamento di spese per servizi diversi da quelli dovuti per legge».
Le. Ba.

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