VULCANO. Il cratere delle Eolie continua ad eruttare...polemiche per il costruendo depuratore ai piedi della montagna “esplosiva”. Sono state inasprite anche dalle dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario dell’Ambiente Silvia Velo, in occasione del convegno sul parco marino organizzato dal Pd. «L’Unesco ci chiede di fare i depuratori per evitare di inquinare il mare delle isole» ha affermato il vice ministro che tra l’altro ha finanziato sia i depuratori che i dissalatori di Vulcano e Lipari con oltre 50 milioni di euro. «Peccato – dice Pietro Lo Cascio, consigliere comunale La Sinistra eoliana - che non esista alcun documento ufficiale del World Heritage Committee dove l’Unesco abbia chiesto di realizzare depuratori. Inoltre, sarebbe quantomeno singolare che l’Unesco avesse chiesto di realizzarne uno proprio alla base di un vulcano attivo, quando la tutela della morfologia e del paesaggio vulcanico costituiscono uno dei presupposti di base per la nostra permanenza nella lista dei Patrimoni dell’Umanità. Se da un punto di vista logico la necessità di un depuratore è comprensibile, anzi, assolutamente condivisibile, andare a realizzarne nel mezzo di uno dei contesti ambientali più importanti ed espressivi del Sito Unesco delle Eolie lo è molto meno, e ancora di più se – per farlo – si è dovuto brigare con le carte e scrivere falsità».
«Essere sottosegretari da qualche mese – spiega - evidentemente non basta per stabilire un contatto telepatico permanente con l’Unesco, in grado di fare sciorinare al momento responsi che ci illuminino sulla volontà di un organismo sovranazionale. È più probabile invece, per non dire certo, che l’Unesco ignori l’esistenza di un cantiere di tale portata a qualche centinaio di metri dal cratere di Vulcano; se per questo, diciamola tutta, ignora anche che le Eolie non siano un parco nazionale, dato che dopo le rassicurazioni espresse dall’allora ministro Stefania Prestigiacomo nessuno si è premurato di informarli che quel parco – in realtà – non è mai stato istituito. Sarebbe stato dunque più corretto, almeno intellettualmente, dire “non so”, “chiederò”, “mi informerò”. Meglio ancora, ammettere che nella scelta della localizzazione il ministero all’Ambiente qualche responsabilità ce l’ha e che le decisioni di un commissario non sono infallibili, senza tirare in ballo l’Unesco. Ma sarebbe stato un atto di umiltà, virtù che – negli ultimi anni – si pratica con sempre maggiore difficoltà». Il depuratore alle pendici del vulcano è stato anche contestato da diversi cittadini, guidati dall’”eolian-francese” Christine Berart, da Italia Nostra e Legambiente che hanno inviato un dettagliato esposto-denuncia evidenziando profonde carenze nella documentazione tecnica e nel procedimento adottato dall’allora commissario all’emergenza Luigi Pelaggi (oggi agli arresti domiciliari), sebbene per altre vicende. Anche il sindaco Marco Giorgianni, pur ritenendo l’opera utilissima (Vulcano non ha un depuratore) ha chiesto chiarimenti al minitsero e alla Regione.