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Capo d'Orlando, piromani in azione nel bosco di contrada Amola

CAPO D'ORLANDO. Un centinaio di uomini impegnati per limitare i danni ma rimane pesantissimo il bilancio dell’incendio che martedì sera ha devastato il bosco di contrada Amola al confine tra Capo d’Orlando e Naso, raggiungendo anche le contrade di Caria, Malò e Vina. Oltre 14 ettari di terreno ridotto in cenere con ingenti danni per il patrimonio verde ma anche concreti rischi per decine di abitazioni lambite dalle fiamme in un pomeriggio di afa insopportabile.
Ma il caldo ed il vento di scirocco hanno solo alimentato una devastazione causata da piromani che hanno agito in maniera quasi militare, con veri e propri blitz. Una decina, infatti, i punti di innesco accertati dalle forze dell’ordine nel giro di poche ore.
Le fiamme sono state appiccate all’altezza dell’ex campo di calcetto di contrada Piscittina e poi, quasi contemporaneamente nei pressi della fontana di Vina, all’incrocio di Caria Ferro (zona già raggiunta dal grave incendio del giorno precedente a Naso) e Malò. Poi, intorno alle 18, mentre sul territorio agivano i soccorritori, nella zona di San Filadelfio qualcuno ha notato in lontananza uno scooter andare via e sei nuovi focolai ripartire. A rendere più difficili le operazioni la mancanza di canadair, impegnati sul palermitano per altre emergenze.
Così gli uomini della Forestale dei distaccamenti di Naso, Barcellona Pozzo di Gotto e Mistretta, i vigili del fuoco di Santo Stefano Camastra e Sant’Agata di Militello, i volontari della protezione civile di Capo d’Orlando, i carabinieri e le polizie municipali di Capo d’Orlando e Naso, e tanti residenti, hanno lavorato sino alle due di notte per aver ragione del fuoco. Il danno è tutto da quantificare ed il responsabile di protezione civile , il geometra Alfredo Gugliotta è al lavoro per stilare un relazione da inviare a tutti gli enti responsabili nella giornata di oggi.
Da scartare che alla base del raid dei piromani vi siano motivazioni legate a speculazioni edilizie (le zone incendiate andranno in ogni caso in riserva, secondo quando prescrive la legge), si teme che ad agire possano essere pastori alla ricerca di terreni per il pascolo o di qualcuno che in questo modo voglia vendicarsi contro le mancate chiamate in cantieri regionali forestali.

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