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Ambulanti in rivolta contro le multe, cassonetti in strada e Messina paralizzata

MESSINA. È dovuta intervenire la Celere della polizia di Stato per fermare la rivolta degli ambulanti della zona sud. Ieri, dalle 11 circa alle 18, la città è rimasta divisa in due per la nuova e clamorosa protesta. Manifestazione scoppiata pochi minuti dopo i sequestri di merce e mezzi a opera di polizia municipale e carabinieri. I disagi per gli automobilisti sono stati notevoli. Bloccato largo Minissale come il viale Gazzi, autobus e tram fermi, l'unica possibilità per superare i varchi ostruiti dai cassonetti dell'immondizia è stata di raggiungere gli svincoli di Messina Centro, Gazzi o San Filippo se in arrivo dalla zona sud. Per tutti gli altri sono state ore di attesa. Si è ripetuto con toni più esasperati il botta e risposta parte seconda tra gli ambulanti di frutta e verdura e il Comune.
È stato chiesto al sindaco Accorinti di raggiungere la protesta e chiesta una proposta alternativa dopo gli annunci dei giorni scorsi di trovare un'area dove sistemare gli ambulanti. Il primo cittadino non ha risposto alla richiesta. Il tentativo di far rispettare le regole che disciplinano il commercio non a posto fisso, attuato nelle ultime settimane dai Carabineri e dalla Sezione Annona della Polizia municipale su tutto il territorio cittadino con blitz nelle zone nord e centro, a Minissale ieri (era già accaduto la settimana scorsa) si è trasformato in una rivolta degli stessi ambulanti che - a loro dire - si sentono perseguitati dall’azione repressiva condotta dai militari. Quasi fossero i padroni della strada, i venditori che operano a Largo La Rosa all’arrivo dei militari pronti a contestare l’occupazione abusiva di suolo pubblico e la mancanza di concessioni di vario tipo, hanno deciso di reagire attuando un altro blocco stradale.
Una scena già vista il 17 giugno scorso, inaccettabile per gli automobilisti rimasti intrappolati nel blocco. La strada per un'intera giornata è rimasta sbarrata dai cassonetti rovesciati della spazzatura sparsa ovunque e dalle cassette di frutta e verdure, brutalmente gettate per terra dagli stessi ambulanti. Una provocazione rivolta alle istituzioni ed in particolare all’amministrazione comunale affinché trovi urgentemente una soluzione che permetta loro di poter lavorare.
«Non possiamo andare avanti così - hanno detto gli autori del blocco - siamo dispiaciuti per i disagi che la nostra protesta sta arrecando ai messinesi. Comprendiamo le ragioni della loro rabbia ma riteniamo necessario dover reagire a questa continua azione persecutoria. Abbiamo già manifestato, nell’incontro avuto con il sindaco Accorinti, la nostra disponibilità a collaborare per il rispetto delle regole ma devono metterci nella condizione di farlo. Siamo padri e mariti che hanno il dovere di mantenere la famiglia e portare a casa il pane ai propri figli. Un dovere che vogliamo esercitare onestamente facendo ciò che l’amministrazione comunale ci chiede». Sul posto per disciplinare il traffico letteralmente in tilt sino al tardo pomeriggio sono intervenuti i vigili urbani che hanno deviato lungo viale Gazzi le macchine dirette a sud. Gli agenti della Digos hanno controllato la protesta fino al pomeriggio quando sono intervenuti i reparti mobili della polizia di Stato a sgomberare le strade.

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