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Patti, paura in via Papa Giovanni per i branchi di randagi

PATTI. Riesplode la polemica relativa al proliferare della presenza di cani randagi, in particolare dopo alcuni incidenti verificatesi nei giorni scorsi in via Papa Giovanni per fortuna senza provocare danni gravi alle persone ma solo un po di spavento e qualche caduta. Il tutto nonostante che nello scorso mese di maggio, era scattato un primo tempestivo intervento da parte dell'amministrazione comunale coordinata con l'apporto degli uomini della Polizia Municipale e delle associazioni animaliste come Animali Siciliani e Ambiente presieduta da Daniela Faranda con la collaborazione di Serena Bevacqua e Aimacive di Marina Aurora Furnari. Diversi randagi furono presi microcippati, ricoverati temporaneamente presso strutture autorizzate, sterilizzati a cura dell'Asp e successivamente riammessi sul territorio come dice la legge. Il presidente dell'associazione "Omnia" di Patti, Michele Mondello sottolinea che diversi residenti lamentano il disagio causato dalla presenza dei randagi. "Inutile sottolineare che la presenza del branco di cani randagi crea notevole disagi nella popolazione per il rischio aggressione e di morsicature. Ed è proprio per questo motivo che è stata inviata una richiesta agli organi competenti. In essa, si esortano ad intervenire prontamente per individuare una soluzione che salvaguardi gli animali e assicuri al contempo l'incolumità di cittadini pattesi e turisti. La soluzione più immediata e forse più dolorosa per i cani consiste nella cattura e custodia in apposite strutture. Il collocamento nei canili dovrebbe essere sempre una soluzione temporanea. Una aiuto concreto potrebbe arrivare direttamente dai cittadini -conclude Mondello - con un'opportuna opera di sensibilizzazione, attraverso le adozioni dei randagi".
Al momento attuale secondo una prima stima sono segnalati due branchi, otto cani presso l'area di via Papa Giovanni, e cinque nella frazione di Case Nuove Russo. Replica Daniela Faranda, presidente di Animali Siciliani e Ambiente: ”E' facile parlare e dire che bisogna provvedere, anche perché sono già stati fatti diversi tentativi, con una società di accalappiacani. Però siccome l'area specie quella di via Papa Giovani in particolare quella interna, negli ex stabilimenti della Ceramica Caleca, è decisamente grande, con numerosi varchi aperti completamente, per cui quando arrivano gli accalappiatori, i cani ormai li fiutano e scappano. Adesso si sta provvedendo, in perfetta sintonia con l'amministrazione comunale, anche per prevenire gli oltre 8 casi di avvelenamento che si sono verificati negli ultimi anni, di chiudere i varchi, in modo da costringerli in un 'area più circoscritta, prendendoli non solo con il cappio, ma anche con l'uso dell'anestetico”.

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