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Furti di animali dalle stalle, è allarme negli allevamenti di Sant'Agata

SANT'AGATA. Non c’è tregua sul fronte dell’abigeato,un triste fenomeno che sta mettendo «a ferro e fuoco» le campagne del territorio dei Nebrodi.
L’allarme è stato denunciato in più occasioni da Alessandro Chiarelli, presidente della Coldiretti Sicilia, e già commissario dell’Associazione regionale allevatori. Nell’arco delle ultime due settimane ammontano a 120 i capi di bestiami che i malviventi hanno razziato dalle stalle e dai recinti di proprietà di piccoli allevatori, in un territorio che si estende soprattutto nei comuni di San Fratello, Cesarò, Caronia.
Trenta pecore sono state rubate dall’azienda “Gambitta”, 10 cavalli di razza sanfratellana sono stati rubati all’azienda Rubuano, 20 mucche, 40 pecore e 20 capre sono stati portati via nottetempo dall’azienda Rausa.
«La cifra impressionante di oltre un milione di euro è il danno che gli allevatori subiscono se si sommano nell’arco di un anno i furti di bestiame messi a segno dal crimine organizzato che opera nelle campagne dei Nebrodi», è la denuncia della responsabile della sezione provinciale di Messina di «Donne Impresa», organismo operativo della Coldiretti. Il furto di bestiame nel territorio negli ultimi periodi ha registrato un progressivo incremento , e gli allevatori con i proprietari degli animali sono preoccupati per il ritorno del reato dell’abigeato, un antico fenomeno criminale organizzato. Per gli allevatori sorge il problema che nessuno vuole fare investimenti per comprare nuovo foraggio per alimentare gli animali ed ingrassarli per poi essere sotto mira di chi impunito porta a termine azioni di abigeato.
Gli allevatori sono costretti a vendere sottopeso e sottoprezzo gli animali rimasti in stalla. Per allargare il loro predominio la criminalità organizzata si comporta con atteggiamenti intimidatori, agendo prima con il furto di diverse forme di formaggi, per poi ritornare, uccidendo sul posto due vitelloni. «Se gli allevatori vengono in commissariato a denunciare i furti commessi dai ladri di bestiame attiverò i servizi per cercare di arginare il cancro dell’abigeato» aveva recentemente affermato il dirigente del commissariato di polizia, Daniele Manganaro, accettando l’invito rivoltogli dal presidente della cooperativa “La Terra”, Antonio Amata, nel partecipare all’inizio dei lavori assembleari dell’associazione. Durante l’incontro era stato rivolto l’invito ai soci a denunciare alle forze dell’ordine i furti di bestiame ed danneggiamenti subiti. Gli allevatori confidano in una maggiore presenza delle forze dell’ordine nelle zone rurali e nei crocevia stradali, per stroncare quei reati di abigeato che sovente non vengono neppure denunciati. La criminalità organizzata che opera nelle zone rurali incide più a fondo nei beni e nella libertà delle persone, perché, a differenza della criminalità urbana, può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili e attivabili.

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