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Roghi misteriosi a Caronia, oggi forse la svolta con i tecnici dell'Arpa

CARONIA. Una centralina installata dall’Agenzia Regionale Protezione Ambiente per iniziare un primo monitoraggio sulla frazione di Canneto mentre nell’intera contrada dei «fuochi misteriosi» la situazione comincia a diventare, oltre che grave, anche molto tesa. Tra mercoledì sera e ieri pomeriggio nuovi incendi hanno interessato il borgo, entrambi al primo piano di una abitazione di via Mare, quella di Nino Pezzino. Nella notte di mercoledì le fiamme sono partite a ridosso di un armadio e si sono propagate alla camera da letto. Il proprietario della casa ed il figlio, durante le operazioni di spegnimento hanno riportato alcune ferite agli arti superiori. Ieri pomeriggio, invece, un asciugacapelli ha preso fuoco senza essere inserito alla presa elettrica.
Episodi che hanno innalzato la tensione tra gli abitanti che già da tre giorni hanno cominciato a rimuovere dall’alimentazione ogni elettrodomestico ed a posizionarlo al centro di ogni stanza per evitare che le fiamme possano bruciare suppellettili di maggior valore o intaccare letti e divani. Ma la novità sostanziale è proprio quella relativa all’Arpa. Nonostante delle tre annunciate sia stata attivata solo una centralina, l’incendio dell’ asciugacapelli sarebbe avvenutO proprio con l’apparecchiatura in funzione. Una lettura del dato potrebbe già questa mattina dare una prima risposta. Intanto il sindaco Calogero Beringheli torna a sollecitare un controllo continuo della zona visto che la scorsa notte sono rimasti sul posto solo alcuni volontari dei Vigili del Fuoco a titolo personale.
Ieri il primo cittadino è stato a Palermo ed ha incontrato l’assessore con delega alla protezione civile, Giuseppe Bruno, al quale ha esposto la gravità della situazione ed ha sollecitato l’attenzione del governo regionale. Poi ha avuto una riunione con il responsabile regionale di Protezione Civile, Calogero Foti, ancora una volta per reclamare la massima attenzione all’evolversi della vicenda che ha riportato la borgata all’emergenza di 10 anni fa. Ma l’aspetto che in queste ora sta provocando le maggiori polemiche è quello relativo ad alcuni servizi apparsi su alcune emittenti nazionali e nei quali si tenta di accreditare l’ipotesi del dolo. Una ipotesi che l’allora procura di Mistretta (oggi accorpata a Patti) prese in considerazione all’inizio dei fenomeni nel 2004 ma poi accantonò, archiviando l’indagine. «Abbiamo già dovuto fare i conti con le voci più stravaganti come quelle di vulcani, presenze demoniache e ufo - commentano i 40 abitanti di Canneto - adesso l’accusa più infamante: quella che saremmo noi stessi a dar fuoco alle nostre case». Per chi negli ultimi 10 anni è stato costretto a lasciare casa, ha perso tutto ed è stato risarcito con qualche migliaio di euro a fronte di danni ingentissimi, è una accusa che provoca sdegno ed irritazione. Anche perché sfuggirebbe la logica e l’utilità nel provocarsi danni in casa. Al loro fianco, comunque, oltre al sindaco Beringheli ci sono diversi amministratori, come l’assessore alla salute Vittorio Alfieri, che continuano a presidiare le case e ad intervenire quando si attivano i sensori. Il primo cittadino è tornato a richiedere le relazioni della commissione interistituzionale che studiò il fenomeno e che individuò la presenza di potentissimi campi elettromagnetici. Qualcuno racconta anche altre stranezze: almeno cinque telefonini in questi giorni hanno cambiato la loro suoneria rispetto a quella impostata o hanno dato altri segnali di cattivo funzionamento.

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