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Messina: i forconi schiacciano pomodori tunisini

MESSINA. Mostrano i muscoli i forconi, schiacciano pomodori che si chiamano “pachino” ma vengono dall'Africa e peperoni tunisini sull'asfalto, fanno sentire la loro voce ma tutto sommato non causano alcun disagio. Il temuto blocco dei Tir non c'è stato. C'è stata invece una dimostrazione di forza. La prova che i forconi sono ancora vivi e vegeti. Accanto a loro almeno cinque sindaci con tanto di fascia che ricordavano la protesta antitir portata avanti da giorni nell'intento di far rispettare la propria ordinanza Renato Accorinti. Tutti amministratori di territori fortemente interessati alla crisi dell'agricoltura che era il motivo di fondo della protesta di ieri. I forconi chiedono di bloccare la concorrenza spietata che fanno i paesi dove la manodopera costa meno e dove gli aiuti per il settore agricolo sono imponenti. Per questo un camion carico di prodotti agricoli tunisini è stato bloccato e svuotato. Il carico è rimasto sparso a terra. Una "salsa" di pomodoro simbolica che la dice lunga, secondo gli organizzatori, su quanto in futuro davanti a un governo che non tenga conto delle istanze del movimento possa venire fuori.
Sono ritornati in strada per protestare i Forconi, scegliendo per la loro manifestazione un luogo simbolo: l'approdo dei traghetti al molo San Francesco, da dove passano le merci in arrivo e in partenza dalla Sicilia. Nessun blocco, come temuto da alcuni. Ma un gesto definito dagli autori dimostrativo: hanno scaricato a terra diversi chili di ortaggi e frutta, e in particolare dei pomodori ciliegino, provenienti da Tunisi. "Il settore dell'agricoltura - ha spiegato il leader dei Forconi, Mariano Ferro - sta affondando, il problema è che nessuno fa niente. Spero che il governo nazionale faccia qualcosa perchè siamo in ginocchio. Questo pomodoro che abbiamo gettato a terra viene da Tunisi e noi con i prezzi dell'Africa non possiamo competere. In Marocco sono pronti con un piano di un milione di ettari per produzione di ortaggi, noi saremo sommersi e non potremo fare niente perchè loro fanno concorrenza sleale. Ci sono delle norme di salvaguardia - ha ricordato Ferro - e dei trattati con il Marocco per prezzi e quantità: se nessuno le fa rispettare noi siamo rovinati. L'agricoltura è uno dei settori trainanti per la nostra regione se lo stato non ci tutela centinaia di aziende saranno costrette a chiudere".
Francesco La Rosa, sindaco di Niscemi, ha manifestato accanto ai Forconi e si è soffermato anche sulla recente ordinanza antitir varata da Accorinti: "Accorinti ci è stato molto vicino nella battaglia contro il Muos e non solo a parole. Merita quindi il massimo rispetto. Il provvedimento che ha varato guarda sicuramente al bene della città. Ma bisogna capire che c'è un prezzo che bisogna pagare al progresso. Si poteva mediare di più. Su quei camion passa anche l'economia dell'isola". Le ragioni della protesta in centinaia di volantini distribuiti agli automobilisti e ai camionisti: "Stiamo insieme per scongiurare l'estinzione dell'agricoltura siciliana. Il prodotto incontrollato della concorrenza sleale invade i nostri mercati. Non esiste futuro se sei costretto a svendere sotto costo". I Forconi ricordano le norme di salvaguardia definite e riportate nei trattati. "Desideriamo solo che vengano attuate. La Sicilia non può e non deve diventare un deserto".

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