PATTI. “Occorre uscire dallo schema: crescita fabbisogno uguale introduzione di nuove tasse. In concreto evitare di emettere una imposta quando esiste la necessità, ma cominciare ad agire diversamente. In modo da costringere le amministrazioni, sia quella attuale di cui faccio parte, ma anche quelle successive a mettere finalmente mano alla ristrutturazione dei servizi, favorendo cosi la riduzione dei costi, tramite investimenti produttivi” . Lo dice l’assessore al bilancio Gioacchino Pipitò, commentando il parer negativo espresso dal ragioniere capo del comune, espresso durante la trattazione del punto all’ordine del giorno, teso a favorire la riduzione della tasse sulle seconde case, in quanto comportava una spessa aggiuntiva in bilancio di circa 60 mila euro. “E dire - prosegue Pipitò – che c’era l’accordo fra amministrazione e civico consesso nel cercare delle soluzioni per la diminuzione delle tasse comunali sulle seconde case ed anche una sua rimodulazione, dato che l’Imu su queste seconde abitazioni, può avere bloccato l’edilizia o investimenti di qualsiasi genere. Per cui ci era sembrato giusto rimodulare anche qualche cosa sulla prima casa, per rimettere in movimento l’edilizia in città”.
Sotto questa ottica la proposta, era quella di considerare come prima casa, quelle date , almeno una, ai familiari di primo grado in comodato d’uso, regolarmente registrato. Il tutto avrebbe comportato complessivamente una spesa di circa 60 mila euro al bilancio comunale. Proprio per questo il ragioniere ha messo il divieto, anche perché nel frattempo sono arrivate dal conferimento nazionale del fondo di solidarietà circa 550 mila euro in meno. ”Per poter superare questo grosso ostacolo –spiega l’assessore al bilancio - stiamo lavorando tutti insieme per trovare la soluzione ideale da portare avanti di comune accordo con il civico consesso proponendo l’inserimento nel prossimo bilancio di alcuni investimenti da considerare produttivi, dato che faranno diminuire il fabbisogno del bilancio, comportando altresì la riduzione delle tasse e nello stesso tempo poi utilizzarli per un piano di crescita della città”.
Un primo risultato concreto sotto questa ottica, sicuramente verrà fornito al più presto dall’acquedotto di contrada Madoro, che con una spesa di circa 700 mila euro, farà risparmiare in futuro, dai 150 ai 200 mila euro ogni anno. In quanto l’acqua che oggi è portata dalle autobotti, comporta notevoli costi di trasporto e spese per il personale, senza dimenticare che il tutto rappresenta un salto di qualità per la popolazione di quella vasta, potendo usufruire direttamente del prezioso liquido. “ Ecco l’esempio portante dell’investimento produttivo –conctinua Pipitò - capace di ridurre le spese in bilancio e quindi non aggravare il fabbisogno con l’emissione di nuove tasse, ma di capovolgere finalmente questa costante crescita di aumentare le imposte comunali, innescando cosi un processo positivo per il futuro in modo di avere servizi migliori a prezzi più bassi. Per l’immediato –conclude Pipitò - per superare il parere negativo espresso dal ragioniere, oltre all’acquedotto, stiamo anche prendendo in considerazione anche i servizi relativi all’energia elettrica. Obiettivo principale, migliorare il servizio delle pompe, per favorire maggiormente l’estrazione dell’acqua. Oppure, in ultima analisi fare un mutuo, fermo restando il no assoluto all’aumento delle tasse”.
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