CAPO D'ORLANDO. Una rapina perfetta, forse troppo. E’ paradossalmente l’estrema precisione del colpo messo a segno giovedì pomeriggio alla banca Carige a rappresentare in questo momento la principale pista per la Polizia che indaga sull’assalto avvenuto intorno alle 18, quando la banca era chiusa al pubblico ma i tre dipendenti si trovavano ancora all’interno per chiudere i conti e, soprattutto, caricare lo sportello bancomat con tutto il denaro a disposizione (ben 80.000 euro).
E’ stato in quel momento che all’interno della filiale che si affaccia sull’ isola pedonale di via Crispi (affollatissima in quel momento), è suonato l’allarme anti intrusione. Neppure il tempo di rendersi conto di cosa stesse accadendo che gli impiegati si sono trovati di fronte quattro persone. Una di loro indossava il casco integrale, le altre tre cappellini da baseball e passamontagna simili a quelli per il softair. Nel giro di pochi secondi e senza mostrare alcuna arma, hanno strappato dalle mani di un dipendente i cassettini metallici che stavano per essere posizionati nel bancomat e si sono dati alla fuga. La scena è stata ripresa dalle telecamere a circuito chiuso dalla banca ma, da quanto si apprende, non vi sarebbero filmati su una delle porte laterali che danno su via Umberto (fuori dall’isola pedonale) da dove i rapinatori sarebbero entrati ed usciti senza lasciare traccia di effrazione e neppure impronte visto che tutti indossavano guanti.
Quindi, a bordo di due scooter avrebbero attraversato un breve tratto di strada sulla stessa via e raggiunto piazza Trifilò. Poi hanno abbandonato le moto (ritrovate poco dopo dalle forze dell’ordine) all’altezza di una vecchia stradina pedonale che collega la parte bassa della via Lo Sardo con un gruppo di abitazioni. Strada sconosciuta persino a molti orlandini ma che i rapinatori hanno utilizzato per poi raggiungere a piedi una scalinata che porta sino alla Statale in una zona conosciuta a Capo d’Orlando come “spuntone”. Lì, ad attenderli, forse c’era un complice ma sicuramente un’ auto con la quale si sono allontanati.
Carabinieri e Polizia hanno fatto scattare il piano antirapine ma i malviventi sono riusciti a far perdere le loro tracce. Gli uomini del commissariato hanno interrogato sino a tarda sera i tre dipendenti per cercare di capire se qualche cliente, nel pomeriggio fosse passato nella zona retrostante la banca per aprire la porta secondaria o se qualcuno si fosse nascosto in un bagno sino al momento di aprire all’irruzione dei complici. In ogni caso, la presenza di un basista locale appare certa visto il modo particolarmente preciso e senza sbavature di muoversi del gruppo di rapinatori.