MESSINA. Dai quattrocento cassonetti, ai nuovi camion reperiti sul mercato dell'usato, alla lotta ai privilegi in azienda. Il commissario liquidatore di Messinambiente Alessio Ciacci andrà a ruota libera domani in conferenza stampa. All'ordine del giorno la situazione rifiuti. Accanto a Ciacci ci sarà l'assessore comunale all'Ambiente Daniele Ialacqua. "La vecchia amministrazione spendeva in consulenze centinaia di migliaia di euro - anticipa Ciacci - roba che non succede nemmeno in città molto più grandi come Roma o Milano". Alessio Ciacci, commissario liquidatore di Messinambiente va giù duro sulle predenti gestioni di Messinambiente. Parla di sprechi e di cattiva organizzazione. "Ci sono duecento netturbini probabilmente in esubero - spiega - la moderna raccolta si avvale delle macchine. Per questo i netturbini saranno convertiti per la raccolta porta a porta".
Ma va anche oltre parlando di ostruzionismo fatto da consiglieri che nei confronti delle vecchie amministrazioni, che lui ritiene responsabili dello sfascio, non hanno mai osato dire nulla. E poi ha annunciato la sua rivoluzione che lunedì sarà presentata in conferenza stampa. "Entro un anno la svolta - annuncia e la fine totale dell'emergenza".
Le prossime due mosse saranno attuate nei prossimi giorni. Arriveranno quattrocento cassonetti, che sono stati acquistati ad un decimo di quanto venivano pagate prima, sul mercato dell'usato. E arriveranno sette mezzi presi sempre sul mercato dell'usato. Ciacci ha confermato la lotta ai privilegi: "Ci sono dei superminimi e delle posizioni dirigenziali che stiamo cercando di limare. Credo che nessuna azienda - aggiunge Ciacci - in Italia sia organizzata così. Gli amministratori che mi hanno preceduto hanno fatto il contrario di quanto avrebbero dovuto fare".
A rincarare la dose Ialacqua: "Adesso che si fa sul serio prevedendo persino un impianto di biostabilizzazione che sarà assegnato con gare europea a Pace. Stanno facendo le pulci alle spese di Messinambiente. Prima invece che si spendevano decine di milioni di euro e che il servizio costava 42 milioni di euro all'anno nessuno o quasi diceva nulla. Una situazione che ha portato Messinambiente a contrarre 60 milioni di euro di debiti".