MESSINA. Da Palermo a fine mese potrebbe arrivare una ciambella di salvataggio sull'emergenza idrica. Si punta a riaprire la conduttura dell'acquedotto dell'Alcantara. I messinesi patiranno la sete sino ad ottobre se non si troveranno altre fonti di approvvigionamento. Ci sono zone dove l'acqua quest'anno arriva a singhiozzo o non arriva quasi mai. La situazione non tornerà alla normalità se non si attingerà da altre fonti. L'assessore all'Ambiente Daniele Ialacqua il 26 agosto a Palermo proprio per affrontare la questione.
Il nodo principale si chiama Alcantara, l'acquedotto a cui Messina ha rinunciato per problemi economici. Di mezzo un contenzioso milionario con la Sicilia acque ente che lo gestisce e il prezzo esoso: quasi settanta centesimi a metro cubo contro i circa trenta centesimi a cui si paga l'acqua dell'acquedotto di Fiumefreddo.
Il fatto è che l'acqua di Fiumefreddo è diminuita e non di poco: quasi il trenta per cento.
E allora è scattato il razionamento. Ci sono zone dove l'acqua dalle 15 in poi non arriva più. Altre dove avere l'acqua sino alle 11 è un lusso.
I lidi e i ristoranti sono costretti a comprare l'acqua dai privati: cento euro per mille litri. E chi non ha un serbatoio è perduto.
L'assessore all'ambiente Daniele Ialacqua il 26 agosto sarà a Palermo per affrontare dunque il nodo Alcantara.
Il problema è coprire il costo dell'acqua fornita da Sicilia acque. A quel prezzo certo non si può pagare.
E poi c'è un altro problema, la conduttura non sarebbe stata revisionata da tempo e forse in alcuni punti a causa di frane e smottamenti è interrotta.
«Cercheremo di fare il possibile - spiega Ialacqua - dobbiamo risolvere alcuni problemi che sono stati creati in passato. Non sarà facile ma ci tenteremo. L'acqua è un bene a cui nessuno può rinunciare».
Emergenza idrica a Messina, missione a Palermo per l’assessore
L’obiettivo è riaprire la conduttura per l’acquedotto dell’Alcantara ma a costi inferiori
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