PATTI. Dei due milioni di euro concessi al G.A.C, gruppo azione costiera del Golfo di Patti, seicento mila già sono stati decretati e messi a disposizione. Di conseguenza sono già stati pubblicati dei bandi inerenti il piano di sviluppo locale della pesca, con in primis quello che prevede l’ammodernamento delle imbarcazioni per attuare il ”Pesca Turismo” in modo da accogliere i clienti che vorranno usufruire di questi servizi. L’altro riguarda quello della formazione, in grado di mettere i pescatori in condizioni di poter usufruire di tutto ciò di cui hanno bisogno per essere sempre più competitivi, specie nel passare subito dal pescato al consumo diretto, come già si verifica nelle zone turistiche di Mondello. È questo ciò che è emerso al termine della conferenza di servizio del consiglio di amministrazione, svoltasi nella sala comunale di piazza Mario Sciacca di Patti e con la partecipazione dei rappresentanti dei comuni del Gac, con Patti (centro capofila), Gioiosa Marea, Falcone, Furnari, Oliveri, Terme Vigliatore, Barcellona, Milazzo, e le associazioni di categoria.
«Grazie a questi bandi già avviati e che sono propedeutici per i prossimi – dice il presidente della Federcopesca Sicilia, il pattese Nino Accetta - il territorio della fascia tirrenica beneficerà sia della realizzazione d’interventi infrastrutturali, ma anche di aiuti concreti agli imprenditori del settore ittico, mirati alla diversificazione dell’attività con la conseguente creazione di nuovi posti di lavoro. L’obiettivo principale del Gruppo di Azione Costiera, infatti – prosegue Accetta - è quello di rafforzare la competitività delle zone di pesca, ristrutturare e orientare le attività economiche, promuovere maggiormente il settore pesca, aggiungere valore ai prodotti ittici, sostenere le infrastrutture e i servizi per la piccola pesca e il turismo a favore delle piccole comunità che vivono prevalentemente di questa economia».
Per quanto riguarda invece il piano inerente alla formazione, ormai è evidente che se il pescatore professionale vuole sopravvivere, oggi deve essere anche un imprenditore. Quindi non deve solo guardare all’attività della tradizionale pesca come unica fonte di guadagno, ma all’interno del suo lavoro ricercare altri sbocchi per trovare una sicura e alternativa via di sopravvivenza. «In primis spicca, quello che ormai viene chiamato Pesca Turismo, specie per noi che svolgiamo il nostro lavoro in un posto pieno di bellezze naturali, come i laghetti di Marinello, lo scoglio di Patti, tutta la costa tindaritana, in modo da imbarcare i turisti che vogliono vedere questi doni della natura e incrementare il nostro reddito».
Per realizzare ciò occorre ovviamente che rimodernino le loro barche in modo da rendere possibile il trasporto dei turisti. Inoltre la nuova programmazione futura che vede come periodo di riferimento a partire da quest’anno e fino al 2020, mette a disposizione dei fondi perché il pescatore possa svolgere oltre all’attività di pesca normale anche quella turistica. «Sotto questa ottica conclude Accetta - un aiuto importante, specie per i locali pescatori e del comprensorio per svolgere meglio la propria attività, è la recente ristrutturazione del porticciolo di Patti, che anche in questo caso nasce da una misura del fondo europeo della pesca i cui vantaggi sono oltre che di abbellire l’ampio spiazzale, quello di offrire loro un riparo e un punto di sbarco per i propri pescherecci, dato che al momento esiste solo quello di Portorosa». Per la cronaca l’organico in possesso di regolare licenza per svolgere questo antico mestiere, solo nel Golfo di Patti che va da Capo Calavà a Capo Milazzo è composto da 234 marittimi con 131 imbarcazioni da pesca professionali.