MESSINA. Sgominata la centrale in Sicilia della "raccolta e smaltimento di rame rubato" ed eseguito un maxi sequestro di "oro rosso". È il bilancio dell'operazione coordinata dalla Procura di Messina che ha portato i carabinieri di Caltanissetta a eseguire 4 ordinanze di custodia in carcere e proceduto al sequestro preventivo di due aziende e di 28,6 tonnellate di rame. E' la più grossa quantità di "oro rosso" sequestrata in una sola occasione sino ad ora in Italia. L'indagine dei carabinieri di Caltanissetta ha portato alla scoperta di una organizzazione che, attraverso due società messinesi, organizzava la raccolta del rame rubato in tutta la Sicilia, ne gestiva il deposito e ne curava poi il trasferimento a bordo di autocarri presso una fonderia del nord Italia affinchè fosse poi successivamente avviato al circuito industriale. I quattro indagati, titolari di aziende nel settore di metallo e rottami, sono accusati da procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita e dai sostituti Roberta La Speme e Antonio Carchietti, del gruppo criminalità economica,e di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio per avere gestito a monte e a valle la filiera dell'organizzazione
finalizzata ai furti e poi al successivo reimpiego del prezioso materiale. È stato inoltre disposto il sequestro delle aziende Messina metalli la cui attività consistita nella raccolta, nello stoccaggio e nel successivo trasferimento del pregiato materiale «costituisce un terminale per i ladri di rame costantemente in azione con le conseguenze anche per la collettività oltre che in termini di sicurezza pubblica» ed inoltre «alimenta un sempre più fiorente mercato nero di tali componenti metalliche, favorito anche dalla facilità con la quale detti materiali vengono riciclati».