«La guerra in Ucraina? È un tormento continuo. Quando mi ritrovo in situazioni festose, penso sempre che nello stesso momento c'è gente non lontano da qui che scappa dai bombardamenti. E pensare che noi ci ritenevamo una generazione privilegiata nell’essere riuscita a fuggire dalla guerra». Lo ha dichiarato il premio Oscar Giuseppe Tornatore a Taormina per la proiezione di Ennio al Teatro Antico, dove stasera si chiude la 68/ma edizione del Festival di Taormina. Sul tema di dibattito del momento, se sia giusto da parte dell’Italia un aiuto con forniture di armamenti , dice solo: «Sono argomenti capestro. È un tema complicato ed anche un mio personale tormento». Sul fronte squisitamente cinematografico Tornatore, alla notizia della mozione bipartisan per tutelare le sale cinematografiche che verrà presentata il 5 luglio e che prevede un allungamento a 180 giorni (sul modello francese) sottolinea: «Posso dire poco. Spero solo che si possa trovare un parametro che metta d’accordo tutti».
Il perché del successo di Ennio, pluripremiato anche al box office?
«Se sapessi qual è la ricetta del successo, sarebbe davvero fantastico. Il suo successo, lo devo confessare, non l'ho ancora capito. La lezione di questo documentario forse è il fatto che offre al pubblico storie e persone che lui crede di conoscere, ma non è vero».
La grandezza di Ennio Morricone?
«È quella di aver capito immediatamente che c'era una frattura espressiva tra la musica popolare e quella colta. Lui ha lavorato per avvicinare questi due mondi. Una lezione questa che può valere anche per il cinema. Ovvero non credere che fare un film per pochi e incompresi sia la strada giusta , né guardare con sospetto quelle opere popolari che incassano tanto».
Che spettatore è Giuseppe Tornatore?
«Non sono uno spettatore seriale, ovvero non ho la febbre per le serie tv, ma non ho neppure nessun pregiudizio verso di loro. . Bernardo Bertolucci mi diceva sempre, ma tu come fai a non vedere le serie? Io non sono così, ma sono invece ancora un accanito collezionista di Dvd e Bluray».
Farebbe una serie tv?
«Mi è stato proposto diverse volte, la farei sicuramente se ci fosse una storia che richiede uno sviluppo narrativo più lungo».
Tornatore non rivela invece nulla sul film internazionale che ha già annunciato più volte e che sarebbe già in preparazione solo via zoom...
«Il Covid ha condizionato tutto il nostro modo di comportarci, ma bisogna tornare a non avere paura e sperare di ritrovare quei momenti di spensieratezza che avevamo prima. Io ad esempio ho scoperto, grazie al Covid, l’utilizzo di zoom già con Ennio e tanto più lo uso adesso per questo nuovo film di cui scaramanticamente non dico nulla».
Quanto è centrale la Sicilia nei suoi film?
«Ovviamente tantissimo e non solo dove si vede. Chi può dire che i miei film non ambientati in Sicilia non siano poi del tutto anche più siciliani?».