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Messina, adottato nuovo piano di allerta per le emergenze

Il responsabile Bruno Manfrè: «Il piano che adottiamo in città con sms e telefonate deve essere esteso agli altri comuni in caso di pericolo incombente»

MESSINA. Il sistema di allerta adottato da palazzo Zanca, un sms o addirittura una telefonata ai cittadini con una voce che avverte del pericolo incombente e suggerisce cosa fare, in caso di alluvione o sisma, va adottato anche da tutti gli altri comuni.
E prima di tutto dai comuni della vallata del Mela e quello di Milazzo, che sorgono in un'area a forte rischio industriale non hanno un efficace piano di protezione civile comunale. A sostenerlo il capo della protezione civile comunale Bruno Manfrè proprio durante le giornate dedicate alla prevenzione del rischio terremoto, maremoto e alluvione che ha visto e vedrà anche oggi, 11 piazze siciliane mobilitarsi per la divulgazione delle norme di comportamento. In città, i volontari, sono presenti a piazza Cairoli.
«La gente, durante l'incendio al famigerato serbatoio 513 non sapeva cosa stesse accadendo- spiega Peppe Falliti- rappresentante dell'associazione medici ambientalisti- In caso di incidente non è previsto un sistema di allerta per la popolazione».
La gente della vallata del Mela, durante l'incendio al serbatoio 513, che ha tenuto con il fiato sospeso migliaia di persone, non è stata avvertita da alcuno. «Nessuno sapeva cosa fare o dove andare- continua Falliti- In qualche caso i carabinieri passavano casa per casa». Il "buco" nel sistema di protezione civile, viene confermato dal capo della protezione civile comunale Bruno Manfrè. «Quello che non ha funzionato- ha spiegato Manfrè- sono stati proprio i piani comunali dei sette comuni che sorgono intorno alla raffineria e alle aree industriali. Occorrerebbe un sistema che avverta via sms o via telefono gli abitanti, così come avviene per il rischio alluvione a Messina».
La prefettura, recentemente, ha attivato un sito da dove si possono attingere informazioni. Però non tutti, e basti pensare agli anziani, possiedono le conoscenze per collegarsi alla rete. «L'informazione nel caso in cui accadano calamità è importantissima-spiega Manfrè e dobbiamo lavorare perché questa sia capillare».
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