PIRAINO. Un disastro ambientale. La pineta, autentico polmone verde di una vasta area della fascia tirrenica, brucia dal pomeriggio di martedì. Circa sessanta ettari di verde andato in fumo per mano dell’uomo visto che nessuno ha dubbi sulla matrice dolosa del rogo. Quasi scientifico il punto di innesco e persino l’orario. Chi ha agito ha atteso il crepuscolo per impedire ai canadair di levarsi in volo come avvenuto due giorni prima, sempre nel comune di Piraino. Quel giorno, quindi, è stata forse la prova generale del disastro delle ultime ore. Ore drammatiche per gli uomini della forestale di Sant’Angelo di Brolo e dei comuni vicini, arrivati a dare rinforzo. Il forte vento, infatti, ha messo a rischio la loro incolumità anche se per tutta la notte si è badato a fronteggiare i roghi che si sono incanalati verso le aree abitate. La paura maggiore in contrada Colla dove quattro famiglie sono state evacuate all’alba di ieri dalla Polizia Municipale di Piraino poiché l’incendio era arrivato a lambire la abitazioni. Hanno trascorso qualche ora fuori di casa e intorno a mezzogiorno sono state fatte rientrare. Rifugi per animali e qualche abitazione rurale è andata distrutta mentre a ripetizione è stato possibile sentire il rumore di pini letteralmente spezzati dal vento poiché completamente carbonizzati sul tronco. Oltre alla forestale, sulla zona, ha operato dalle prime ore dal mattino anche un canadair giunto dall’aeroporto di Reggio Calabria. I suoi 20 lanci sono serviti solo ad impedire che le fiamme si propagassero ulteriormente. Poi ha dovuto far ritorno alla base per il forte vento prima di riprendere la sua opera intorno all’ora di pranzo. Il danno è incalcolabile dal punto di vista ambientale. «Sembra che il criminale che ha agito- spiega un esausto Calogero Fabio, comandante del corpo forestale di Sant’Angelo di Brolo- abbia pianificato tante cose per fare più danno possibile. Siamo una ventina di uomini e da martedì pomeriggio non ci fermiamo un attimo per arginare i danni che però sono ingentissimi. Prima che Piraino ed il suo territorio possano tornare a riavere un simile polmone verde servirà almeno un secolo». Nella stessa giornata di ieri, favoriti dal vento di scirocco, i piromani hanno agito anche in contrada Brucoli nel territorio di Naso, e sono tornati in azione a Tusa, comune devastato due anni fa dai roghi. In questo caso le fiamme hanno distrutto la zona di contrada Cammaretta devastando diversi ettari di terreno coltivato, bloccando per qualche ora anche la cosiddetta scorciatoia che da Castel di Tusa porta a Tusa. Il sindaco Angelo Tudisca, che ha insediato il gruppo comunale di protezione civile, ha coordinato le attività di controllo ed intervento. Un altro incendio s’è sviluppato a Lipati in località Cugna. Le fiamme trascinate dalle folate di vento si sono anche avvicinate alle villette di isolani e turisti. Lanciato l'allarme sono intervenuti i vigili del fuoco. Nelle Eolie è il il decimo incendio della stagione.