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Cesarò piange i due operai «falciati» da un Tir

I tre operai sono stati travolti lunedì da un mezzo pesante mentre lavoravamo sull'autostrada Catania-Siracusa. Due di loro sono morti, mentre un terzo è ricoverato al Cannizzaro di Catania.

CESARO'. Non è più sedato e respira autonomamente, Antonino Spadaro, l'operaio di 36 anni di Cesarò travolto lunedì da un mezzo pesante sull'autostrada Catania-Siracusa e ricoverato nella Terapia intensiva post operatoria dell'ospedale Cannizzaro. In condizioni stabili, il paziente è vigile e cosciente e ieri ha parlato con alcuni familiari. I medici, comunque, mantengono riservata la prognosi, data la complessità del quadro clinico in relazione alle lesioni multiple da schiacciamento alle gambe subite nell'incidente e al lungo intervento chirurgico cui è stato successivamente sottoposto.

La notizia è arrivata mentre nella chiesa madre centinaia di persone in lacrime davano l’ultimo saluto a due dei tre colleghi di Spadaro, Silvestro Cerro e Salvatore Cristaudo travolti da un Tir fuori controllo. L’arrivo delle bare in chiesa è stato seguito in un silenzio irreale da una intera comunità sgomenta che già dal giorno precedente si era stretta nel lutto cittadino proclamato dal sindaco Salvatore Calì. Intorno alle 15 i feretri si sono mossi attraversando la piazza principale in cui si trovano ancora gli stand che domenica avrebbero dovuto ospitare una sagra. Evento, naturalmente annullato. Saracinesche dei negozi abbassate, scuole ed uffici chiusi, per le strade un silenzio surreale. Il silenzio di una intera comunità che ancora sotto choc. Tutti conoscevano le vittime e, in un paese così piccolo, non si può che respirare il cima di una tragedia inspiegabile e dolorosa. Giuseppe, Salvo e Silvio erano parte di una sola grande famiglia, di realtà che resistono ancora nell’entroterra, dove ci si incontro al bar, ci si vede a messa la domenica, ci si saluta tutti. Dietro le bare ornate di corone di fiori, i familiari, i gonfaloni dei due Comuni, i sindaci, uomini e mezzi dell’Anas e tanti colleghi dei tre operai.

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