MESSINA. La seconda sezione della Corte di Cassazione (presidente Antonio Esposito) ha annullato, con rinvio, la sentenza emessa nel 2012 dalla Corte d’Appello di Catania sulle presunte irregolarità nella gestione dell’ex boss pentito Luigi Sparacio. Accolti dunque i rilievi del procuratore generale Vito D’Ambrosio che aveva chiesto di annullare la sentenza. I fatti risalgono agli anni Novanta. A dare il via alla vicenda era stato l’avvocato Ugo Colonna che fece venire fuori la questione della gestione di Sparacio. Nel 2012 la Corte d’Appello di Catania, dove il processo si era svolto per competenza essendo coinvolti due magistrati messinesi, aveva confermato la condanna a sette anni di reclusione per l'ex giudice per le indagini preliminari, Marcello Mondello, mentre per l’ex sostituto procuratore nazionale antimafia Giovanni Lembo i giudici avevano valutato non applicabile l'aggravante mafiosa al reato di favoreggiamento contestato e dichiarato la prescrizione.
Inoltre Lembo era stato assolto per un’altra contestazione. La Corte d’Appello di Catania aveva inoltre assolto l’ex maresciallo dei carabinieri Antonio Princi. Infine i giudici dell’appello avevano confermato per il resto la sentenza di primo grado, e quindi anche la condanna a sei anni e quattro mesi al collaboratore Luigi Sparacio che non aveva presentato ricorso. Contro la sentenza d’appello la Procura generale aveva presentato ricorso, in Cassazione erano ricorsi anche l’avvocato Colonna e alcuni imputati. Adesso la Corte di Cassazione ha deciso di annullare, con rinvio, la sentenza della Corte d’Appello. Così tutto ricomincia di nuovo davanti ai giudici di Catania ma con diversa composizione.
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