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A Messina un altro carico di disperati sfuggiti alle guerre

MESSINA. L'approssimarsi della stagione più fredda non ferma il flusso di migranti, in 230 sono arrivati ieri a bordo di una nave cisterna, la Byzantion, che li aveva tratti in salvo in acque libiche mentre cercavano di raggiungere le coste italiane su un malsicuro barcone. I migranti toccano terra ferma quando le luci dei lampioni sulla banchina Colapesce sono accese da tempo. Sono provati dal lungo viaggio ma sono in condizioni tutto sommato discrete, tra loro ci sono anche otto donne incinte. Per la maggior parte sono somali, ma sono anche libici ed eritrei. Scendono, uno dietro l'altro, con il loro carico di stanchezza e di speranza, si fermano brevemente sulla banchina illuminata a giorno, per essere velocemente rifocillati e per un primo screening prima di infilarsi sui pullman che li condurranno alla tendopoli dell'Annunziata.

Prima di toccare la terra ferma hanno dovuto superare un altro ostacolo. La nave cisterna è giunta nelle acque dello Stretto di Messina intorno alle 16, ma per motivi di sicurezza non è stato possibile farla attraccare al molo Colapesce dove di solito ormeggiano tutte le navi. E' stato quindi necessario farla attraccare di fronte alla rada di "Paradiso". Prima è salito un medico per un primo controllo sanitario, quindi è arrivato un rimorchiatore che, affiancato alle pilotine della Capitaneria di porto, ha trasportato i migranti fino alla banchina. Le operazioni di sbarco si sono rivelate particolarmente delicate e lunghe ma il mare calmo ed il cielo sereno hanno reso tutto più semplice. In pratica si è ripetuta la stessa situazione del luglio scorso quando una nave petroliera non è potuta attraccare al porto.

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