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Il porto di Tremestieri, una commissione disse: "Non a regola d'arte"

MESSINA. Nel 2011 una commissione di superesperti ingaggiata dall'Autorità portuale esaminò progetto e lavori del porto di Tremestieri ed arrivò ad una conclusione che fu consegnata oltre che all'Autority anche alla magistratura: progetto e lavori non sono stati fatti a regola d'arte. Sarebbero da bocciare. Il crollo della diga foranea riparata dopo tre anni di lavori e ancora in parte sommersa, si deve proprio, secondo la commissione, ad alcuni errori di valutazione ed alcune scelte che sarebbero difformi a quanto previsto nel progetto. Ma andiamo per ordine. Che qualcosa non andasse visto che non ad ogni mareggiata di una certa intensità il porto si insabbia costringendo l'Autorità portuale a spendere soldi (si calcola una spesa di almeno duecentomila euro all'anno), si era capito. Il crollo della diga foranea la cui riparazione poi si è protratta per tre anni aveva fatto suonare più di un campanello d'allarme.

Nel 2011 una commissione ingaggiata dall'Autorità portuale, esaminò ai raggi X progetto e lavori. Le conclusioni furono consegnate dalla stessa Autority alla procura. Il danneggiamento, si legge nelle conclusioni, non è ascrivibile all'esecuzione delle strutture in cemento armato. Come dire che il cemento depotenziato, che pure fu utilizzato secondo quanto hanno appurato gli uomini della direzione investigativa antimafia, non c'entra nulla. Il principale meccanismo del crollo della diga scrivono gli esperti, tre docenti universitari che provengono dalle università di Catania, Palermo e Napoli, è stato il cedimento del riccio della testata. " Il riccio mostra- scrivono gli esperti- uno scendimento pronunciato mentre le verifiche geotecniche presentate negli elaborati sono state effettuate soltanto nella direzione trasversale al molo, considerato pertanto come infinitamente esteso".

 

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