MESSINA. C'è persino chi vanta un credito da 39 milioni nei confronti del Comune ed ha buone speranze di incassarne almeno la metà. E ci sono avvocati che reclamano parcelle milionarie. E' scaduto il tempo a disposizione della commissione ministeriale che si sta occupando della situazione di predissesto del Comune con l'esame del piano di riequilibrio. Il responso è atteso da un momento all'altro. Palazzo Zanca trema, il verdetto sarà inviato alla corte dei conti. Alla porta con il fiato sospeso un esercito di creditori. Avvocati, società immobiliari, semplici cittadini. La società Alfredo Schipani Srl che si occupava della manutenzione della pubblica illuminazione, rappresenta il più grosso creditore con 39 milioni. Con il fiato sospeso infatti ci sono specialmente i creditori del Comune quelli che dal fallimento di palazzo Zanca avrebbero soltanto un danno. Il loro credito infatti come avviene in tutti i fallimenti, verrebbe abbattuto di almeno il settanta per cento. Vale a dire che chi avanza dieci milioni ne prenderebbe solo tre. E le spese legali e gli interessi finirebbero per non essere pagati. La commissione ministeriale, da un giorno all'altro, emetterà il verdetto: promozione o bocciatura del piano di riequilibrio che spalma i debiti oltre 400 milioni in dieci anni. La sentenza, si fa per dire, sarà inviata alla Corte dei conti. ALTRE NOTIZIE NELL'EDIZIONE DI MESSINA DEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA