MESSINA. Secondo l’accusa, adescava ragazzi africani promettendo modeste somme di denaro o la possibilità di un lavoro in cambio di prestazioni sessuali. Si faceva chiamare «Manuel», come scriveva sui bigliettini che, sempre secondo l’accusa, consegnava ai giovani ospiti del centro di accoglienza Nebiolo di Messina. Il nome era accompagnato da un numero di telefono ed alle volte anche la scritta «sex». «Manuel» si celava dietro il volto di un insospettabile impiegato pubblico messinese, D.P., di 49 anni, single, arrestato dagli agenti della squadra mobile per prostituzione minorile nei confronti di alcuni immigrati. Il meccanismo con cui gli agenti sono arrivati ad identificare l’uomo - come ha spiegato Giuseppe Anzalone, capo della squadra mobile di Messina - è legato al monitoraggio continuo dell’area del centro di accoglienza dell’Annunziata, alloggio temporaneo dei migranti che giungono a Messina a bordo di navi mercantili o militari. A fine settembre il personale di vigilanza si era accorto della presenza di un’auto con a bordo un uomo che prendeva contatti con i ragazzi nei momenti di uscita dalla struttura dell’Annunziata. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA