VULCANO. Polemiche a Vulcano, nelle Eolie, per la costruzione del depuratore e del dissalatore, che sorgono ai piedi del cratere, nell'isola che l'Unesco ha inserito nella Heritage list come patrimonio dell'umanità.
Il progetto è stato portato avanti dall'ex commissario per l'emergenza idrica e fognaria, Luigi Pelaggi (finito agli arresti per una vicenda giudiziaria che non ha a che vedere con il depuratore), e le competenze sono passate alla Regione. Ai tempi della precedente giunta di centrodestra guidata da Mariano Bruno, il ministero dell'Ambiente aveva stanziato 50 milioni di euro per le due opere a Vulcano, previste anche a Lipari. La successiva giunta di centrosinistra, guidata dal sindaco Marco Giorgianni, pur manifestando dubbi sui progetti, ha ribadito che si tratta di opere necessarie.
Ma ora che le strutture prendono forma, scatta la rabbia degli isolani: "Non so quale amministrazione abbia dato l'ok a questi impianti - dice Peppino Muscarà, residente a Vulcano - ma è un'indecenza. Questa è un'isola di 21 kmq, con 700 residenti effettivi, cosa se ne fa Vulcano di opere faraoniche concepite per 20 mila abitanti, quando ad agosto, il mese del picco di presenze, si raggiungono le cinquemila persone?. Il depuratore è sulla strada che collega il porto a Vulcano Piano e non è possibile non vederlo".
Ma c'è chi difende l'opera: "Possibile che qualsiasi cosa venga fatta c'è sempre da lamentarsi? È normale - spiega Alessandro Mondoche - che ad agosto a Levante si crei un lago melmoso e maleodorante?".
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