ROMA Secondo i magistrati della Corte di Cassazione il parlamentare del Pd Francantonio Genovese deve tornare in una cella del carcere di Gazzi. La seconda sezione della Suprema Corte di Cassazione, ha rigettato infatti il ricorso presentato dai difensori del parlamentare contro la decisione del tribunale della libertà a cui sui erano appellati i pubblci ministeri che conducono l'inchiesta sulla formazione professionale.
A confermare la notizia, per primo, uno degli avvocati di Genovese, Nino Favazzo: "La cassazione - ha detto - ha respinto il ricorso presentato nell'interesse dell'on. Francantonio Genovese, così confermando la decisione del Tribunale della libertà di Messina del luglio scorso, con la quale era stato disposto il ripristino del più grave regime cautelare in carcere in luogo di quello agli arresti domiciliari, cui l'indagato era stato posto all'esito dell'interrogatorio di garanzia. A questo punto - spiega lo stesso Favazzo - tuttavia, il ripristino della custodia in carcere appare tutt'altro che scontato. Ed invero, la Procura di Messina, sicuramente, valuterà la circostanza che la odierna decisione ha avuto ad oggetto un provvedimento, di fatto, superato dalle successive e recenti pronunce rese dal Gip di Messina, tutte di attenuazione dell'originario quadro cautelare".
Proprio nei giorni scorsi infatti il regime degli arresti domiciliari a cui Genovese è sottopposto da sette mesi era stato attenuato concedendo all'ex leader del Pd di ricevere oltre ai parenti chiunque voglia fargli visita nella sua villa di Torre Faro. Genovese è accusato di associazione a delinquere e concorso nei reati di truffa aggrvata, riciclaggio e peculato. L'inchiesta riguarda l'utilizzo, attraverso gli enti che erano controllati dal politico, dei fondi pubblici. Genovese era stato mandato in carcere dal voto espresso dal parlamento nel maggio scorso. Il 20 maggio gli erano stati concessi i domiciliari a cui si erano opposti i rappresentanti dell'accusa. Il tribunale della libertà aveva diposto il suo ritorno in carcere ma i difensori avevano presentato ricorso in Cassazione. Da Roma, ancora una volta, è arrivato quello che di fatto rappresenta un nuovo "sì" al carcere.
Non è stato ancora notificato alla Procura di Messina il provvedimento della Seconda sezione della Corte di Cassazione, presieduta da Giuliano Casucci, che ha rigettato il ricorso presentato dai legali del deputato Francantonio Genovese, indagato per associazione per delinquere truffa e frode fiscale nell'ambito dell'inchiesta sulla formazione in Sicilia. La Suprema Corte ha confermato la decisione del Tribunale del riesame che ha disposto l'annullamento degli arresti domiciliari per il parlamentare del Pd, confermando la custodia cautelare in carcere. L'ex segretario regionale del Partito democratico in Sicilia era stato arrestato nel luglio scorso su richiesta del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dei sostituti Antonio Carchietti, Fabrizio Monaco e Liliana Todaro, che hanno condotto la maxi inchiesta Corsi d'Oro sulla formazione professionale in Sicilia, dopo sette giorni era stato posto agli arresti domiciliari dallo stesso Gip. Ma poi il Tribunale del riesame accogliendo il ricorso della Procura, aveva ripristinato la custodia cautelare in carcere, provvedimento divenuto definitivo adesso dopo la pronuncia della Cassazione.
Francantonio Genovese è agli arresti domiciliari dal 21 maggio 2014. Si era costituito nel carcere di Messina sei giorni prima, subito dopo che la Camera dei deputati aveva votato l'autorizzazione al suo arresto. Dopo l'interrogatorio il Gip aveva attenuato la misura cautelare disponendo la detenzione a casa. La Procura ha presentato ricorso e il Tribunale del riesame ha dato ragione ai magistrati disponendo il ritorno in carcere del parlamentare. Il legale di Genovese ha presentato ricorso in Cassazione, che la Suprema Corte ha rigettato, rendendo così esecutivo il provvedimento cautelare. Per l'esecuzione della misura, divenuta definitiva, si attende adesso il prossimo atto, ossia la comunicazione alla Procura di Messina.
Secondo il legale di Genovese, l'avvocato Antonino Favazzo, «a questo punto, tuttavia il ripristino della custodia in carcere appare tutt'altro che scontato» visto che, sostiene, la decisione della Cassazione ha «avuto ad oggetto un provvedimento, di fatto, superato dalle successive e recenti pronunce rese dal Gip di Messina, tutte di attenuazione dell'originario quadro cautelare». Sulla seconda tranche dell' inchiesta «Corsi d'oro», il Gup di Messina Monica Marino ha già deciso il processo per gli onorevoli messinesi Francantonio Genovese e suo cognato Franco Rinaldi, deputato regionale. Oltre a loro, sono state rinviate a giudizio altre 21 persone, e anche le mogli dei due politici, le sorelle Chiara ed Elena Schirò. Tra i reati contestati, a vario titolo, ci sono truffa aggravata, riciclaggio, falso in bilancio, reati finanziari contro la pubblica amministrazione, evasione fiscale e false fatturazioni.
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