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Altra settimana di «passione» per Genovese

Entro sette giorni la decisione sulla richiesta di scarcerazione. L'istanza della difesa che ha chiesto anche i domiciliari

MESSINA. Ha trascorso la sua "seconda prima notte" in carcere Francantonio Genovese, che a distanza di otto mesi è dovuto rientrare nella casa circondariale di Gazzi dopo il rigetto della Corte di Cassazione. Mercoledì sera i giudici della Suprema Corte hanno rigettato il ricorso della difesa contro la custodia in carcere disposta ad agosto dal Tribunale del Riesame nell'ambito dell'inchiesta "Corsi d'oro" sulla formazione professionale. Una situazione certamente non facile per Genovese che è arrivato in carcere dentro una Punto grigia della Guardia di Finanza. Dietro di lui si sono chiuse le grandi porte in ferro e quello che è accaduto dopo sono solo voci che si riconcorrono: potrebbe essere stato destinato al centro clinico, come la volta precedente, oppure in una cella ordinaria del reparto "camerotti" insieme ad altre persone.

"Dove sia stato sistemato in realtà non è importante - sbotta il suo avvocato - il problema è che si trova rinchiuso in carcere". L'attenzione dunque è rivolta a quello che decideranno i giudici del Tribunale della Prima sezione penale che dovranno pronunciarsi sull'istanza di scarcerazione presentata dall'avvocato Nino Favazzo, il legale di Genovese che in subordine ha chiesto i domiciliari. I tempi sono ben determinati, in tutto una settimana. Bisognerà anche capire quale sarà il parere dei pubblici ministeri che hanno tempo un paio di giorni per formularlo. Il Tribunale avrà quindi a disposizione almeno cinque giorni per decidere sulla richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa.

 

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