LIPARI. Per i dieci lavoratori del dissalatore licenziati si muove il sindacato. Per la crisi idrica all’Istiutto “Isa Conti” gli studenti sono in agitazione. La Fit Cisl di Messina ha avviato la vertenza per i lavoratori della società “Gedis” licenziati per la scadenza del contratto di appalto stipulato con la Regione Siciliana. La Federazione della Cisl vigilerà e intraprenderà tutte le iniziative necessarie per la tutela dei lavoratori affinché la ditta aggiudicatrice del nuovo appalto provveda ad assumere il personale, così come previsto nel capitolato d’onere all’art. 22 e così come imposto obbligatoriamente dalla legislazione italiana, dal contratto collettivo di categoria e dalle norme comunitarie. «Aspettiamo di essere convocati – spiega Manuela Mistretta, segretario provinciale della Fit Cisl – affinché si possa trovare una soluzione definitiva alla vertenza dei lavoratori, da tempo in uno stato precario, incerto e approssimativo che contribuisce a determinare incertezza lavorativa e incide sulle condizioni di vita degli abitanti dell’isola di Lipari».
Intanto, su richiesta formale della Fit Cisl sono state pagate le retribuzioni relative ai mesi di novembre, dicembre e la tredicesima mensilità. Il nuovo dissalatore realizzato a Canneto Dentro continua a funzionare malamente (3 pompe su 4 sono rotte) e per sopperire alla crisi idrica è giunta una nave cisterna con 2 mila tonnellate di acqua e un’altra giungerà oggi sabato. Il sindaco Marco Giorgianni temendo gravissimi disagi in vista dell’apertura della stagione estiva ha lanciato un appello all'assessorato regionale dell'energia e dei servizi di pubblica utilità (dipartimento dell'Acqua e dei Rifiuti e alla Ge.Dis). «Si ribadisce la situazione di criticità ed emergenza che l'isola di Lipari è costretta a fronteggiare – ha puntualizzato - difatti, le frequenti interruzioni della produzione di acqua prodotta dal dissalatore hanno generato ingenti problemi al complesso sistema di distribuzione idrica sull'isola, situazione peraltro aggravata dalla riduzione dei quantitativi di acqua fornita a mezzo navi cisterna, con conseguenti disservizi alla cittadinanza».
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