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A Messina si leva alto il «no» al taglio di tutti i treninotte

Al salone dei Mosaici della stazione marittima assemblea con centinaia di operatori del comparto sulla ventilata soppressione degli intercity

MESSINA. Per i sindacati il "taglio" entro giugno dei treni a lunga percorrenza metterà a rischio quasi un migliaio di posti di lavoro in tutta la Sicilia. Ieri mattina assemblea nel Salone dei Mosaici alla Stazione Marittima organizzata dall'Orsa con Filt Cigl, Fit Cisl, Uilt, Sasmant (presente il presidente Sebastiano Pino che sta per essere nominato assessore comunale), Fast e Usclac. Circa trecento tra ferrovieri e marittimi hanno preso parte all'incontro.

Secondo le organizzazioni sindacali entro giugno chi arriverà in treno a Villa San Giovanni per raggiungere Messina o viceversa dovrà scendere dai vagoni e utilizzare altri mezzi senza varcare, a bordo dei treni all'interno delle navi traghetto Bluferries, lo Stretto. Ripercorsa le vertenza del passato e illustrato il prossimo piano delle Ferrovie per risparmiare qualcosa come 40 milioni di euroma che provocherà perdite di centinaia di posti di lavoro tra diretti e indotto. In vista una nuova mobilitazione del comparto. Con l'entrata in vigore dell'orario estivo le Ferrovie pensano di dismettere i treni a lunga percorrenza e le navi a 4 binari. Quaranta dei ferrovieri impiegati nelle navi a 4 binari dovrebbero essere temporaneamente distaccati nelle unità di Bluferries mantenendo contratto, trattamento economico e diritti ferroviari. L'azienda si starebbe organizzando per gestire gli esuberi di personale. A rischio 500 unità tra naviganti e uffici e terra, 180 dipendenti di manovra Messina-Villa San Giovanni, 50 unità in meno di personale a bordo e di macchina in Trenitalia, circa 200 le unità in meno nelle officine Grandi Riparazioni di Messina e Siracusa e al deposito locomotive di Palermo.

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