SANT'AGATA DI MILITELLO. “Ogni nuova norma o disposizione delle autorità marittime ucciderà la piccola pesca, che se in Italia rappresenta il 70% del comparto, in Sicilia l’80% ed a Sant’Agata di Militello e negli approdi vicini raggiunge la soglia del 100%”, hanno manifestato il loro grido di dolore i pescatori arrivati in massa sul lungomare della città per recarsi nella sede della Guardia Costiera. Mai tanti pescatori avevano partecipato ad un incontro con le autorità marittime e portuali. Ieri pomeriggio nella sede dell’ufficio circondariale marittimo pescatori, armatori, rappresentanti delle associazioni di categoria erano presenti per manifestare la viva preoccupazione ed un malcelato malcontento verso l’ordinanza di polizia marittima diramata dall’ufficio circondariale marittimo riguarda disposizioni in merito a “sbarco e commercializzazione del pescato nel porto di Sant’Agata di Militello”. Le norme contenute nell’ordinanza disposta il 15 gennaio scorso dal comandante del “Circomare”, tenente di vascello Alfredo Ciociola, entreranno in vigore da domenica 15 febbraio.
Ieri pomeriggio i pescatori e ed i rappresentanti delle associazioni di categoria sono stati informati dal comandante Ciociola sulle considerazioni che hanno fatto ritenere “opportuno e necessario emanare disposizioni finalizzate alla regolamentazione degli sbarchi ed al controllo del pescato nei porti di Sant’Agata di Militello e di Capo d’Orlando, nonché presso il l’approdo costiero di località Castel di Tusa, finalizzate ad implementare l’attività ispettiva, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, di concerto con le competenti autorità sanitarie locali, del prodotto ittico sbarcato,in attuazione dei vigenti regolamenti comunitari e dalle collegate normative nazionali”.
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