MESSINA. Il mancato invio di un'ambulanza è costato la condanna ad un'operatrice del 118 accusata di omissione di atti d'ufficio. Rispondendo ad una chiamata di soccorso per un uomo colto da malore, si era limitata ad indicare alla persona che chiedeva un intervento di rivolgersi alla guardia medica. L'uomo morì ed i parenti presentarono una denuncia. La vicenda è stata al centro del processo che si è concluso con la condanna ad 8 mesi, pena sospesa, per Rita Borgia. La sentenza è della seconda sezione penale del Tribunale che ha anche condannato la donna ed i responsabili civile dell'assessorato alla salute della Regione Siciliana e Seus in solido al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede in favore delle parti civili rappresentante dall'avvocato Antonino Lo Presti. La donna è stata assistita dall'avvocato Francesca Misiti. La notte tra l'8 ed il 9 aprile del 2008 un uomo si sente male nella sua abitazione, i familiari chiamano il 118 chiedendo soccorso. L'uomo era paralitico ed in gravi condizioni di salute. ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI