PALERMO. Consigli comunali nella bufera a Messina e Siracusa. Le procure delle due città hanno aperto un’inchiesta sui gettoni di presenza ai consiglieri comunali a palazzo Zanca e nel capoluogo aretuseo.
La Procura di Messina ha aperto un'inchiesta sui gettoni di presenza dati ai consiglieri comunali che hanno partecipato a sedute delle commissioni consiliari e la Digos stamani ha acquisito atti a Palazzo Zanca. Sembra che alcuni consiglieri si presentassero in prima convocazione e anche se non si raggiungeva il numero legale firmavano e andavano via, ottenendo comunque il gettone di presenza. Solo nel 2014 le sedute sono costate 900 mila euro. La vicenda era finita sotto i riflettori già diversi mesi fa, quando il capogruppo di "Cambiamo Messina dal Basso", Lucy Fenech, aveva chiesto il rispetto del regolamento che prevede il pagamento del gettone di presenza solo per l'effettiva partecipazione alla seduta. In Sicilia il caso delle sospette convocazioni di sedute (ben 1.133 nel solo 2014) si è aperto con il "caso" Agrigento. Successivamente il M5S ha denunciato il caso di Siracusa, con 1.201 commissioni svolte in un anno.
La Procura di Siracusa ha aperto d'ufficio un fascicolo per "stabilire se siano configurabili reati nell'erogazione dei gettoni di presenza e dei rimborsi spese per la partecipazione ai lavori delle Commissioni" del Comune del capoluogo aretuseo. Il procuratore Francesco Paolo Giordano ha disposto alla Digos di "acquisire la documentazione necessaria, i verbali delle commissioni e gli atti della Ragioneria, che saranno esaminati con l'eventuale relazione ispettiva alla luce della normativa di settore".
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