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L'autostrada "killer", polemiche dopo la morte di Salvatore Chiofalo

Velocità, grandine, asfalto consunto: si cercano le cause che hanno tolto la vita al 53enne

MESSINA. Alta velocità, presenza di grandine sull'asfalto, manto stradale non a norma. O forse un mix terribile di tutto.  Sono le ipotesi sulle quali la Polstrada di Sant'Agata Militello indaga per accertare l'esatta dinamica dell'incidente che è costato la vita giovedì sera, sul viadotto Zappardino al palermitano Salvatore Chiofalo, 53 anni, padre di due figlie, morto sul colpo a seguito dei gravissimi traumi riportati nel ribaltamento della sua Fiat Punto aziendale. L'uomo, ex pilota di rally, appassionato di motori ma adesso dipendente della Italgas come esperto in rilievi informatici, ha perso la vita sul colpo all'uscita dalla galleria Calavà.

La sua auto ha sbattuto sulla sinistra poi si è ribaltata, poco prima dell'ingresso della galleria Petraro. Raccapricciante la scena mostratasi ai primi soccorritori. L'intera sede stradale era invasa da pezzi di carrozzeria e dagli effetti personali dello sfortunato automobilista il cui corpo giaceva esanime all'interno della vettura. A nulla è servito l'arrivo dell'ambulanza del 118. Sono stati i Vigili del Fuoco di Patti a tirare fuori il corpo di Chiofalo dalla macchina. Un'altra autovettura che sopraggiungeva da dietro ha perso aderenza sull'asfalto bagnato ed è andata ad urtare contro il guardrail, poche decine di metri più avanti. Fortunatamente per quel conducente solo tanto spavento e qualche contusione. Oltre agli agenti della Polstrada, al comando dell'ispettore Massimiliano Fiasconaro, sul posto anche gli ausiliari della viabilità del Cas, ed i mezzi del soccorso stradale. Intanto però sull'ennesima vittima della A/20, autostrada al centro di inchieste per tecnici e commissari, proprio alla luce dell'impressionante numero di vittime negli ultimi sette anni, si alza il livello della polemica.

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