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Fallimento della Demoter, chiesti 22 rinvii a giudizio a Messina

L'azienda si è aggiudicata lavori pubblici per circa 60 milioni di euro. Tra gli indagati Carlo Borella, già presidente dell'Ance, a capo della Demoter

MESSINA. La Procura di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio per 22 indagati nell'inchiesta sul fallimento della Demoter spa, che si è aggiudicata lavori pubblici per circa 60 milioni di euro. Tra gli indagati Carlo Borella, già presidente dell'Ance, a capo della Demoter.

Il rinvio a giudizio è stato chiesto anche per il padre, Benito, la sorella Zelinda entrambi amministratori della Demoter, i commercialisti Benedetto Panarello e Agatino Spadaro, gli amministratori di società destinatarie dei rami d'azienda della Demoter Patrizia Surace, Gianfranco Cucinotta e Giuseppe Bottaro e per i commercialisti Gaetana Patrizia De Luca, Maria Antonietta Chillè, Giuseppe Scandurra, Giosafatto Zimbè Zaire, Sergio Zavaglia e Daniela Lizzio; e ancora per Claudio, Domenica, Letizia e Federica Borella, Salvatore Cacace, Manuela e Christian Mazzola e Biagio Grasso.

Borella, con il contributo di commercialisti, aveva svuotato i rami d'azienda più rilevanti della Demoter, predisponendo le condizioni per l'avvio della procedura di concordato preventivo. I rami inattivi sono stati dunque trasferiti a cinque società riconducibili a Borella che con questi stratagemmi è riuscito a mettere in salvo ingenti capitali.

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