BARCELLONA POZZO DI GOTTO. Da oggi anche l'Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, sarà chiuso. Ma il futuro dei 165 internati, tra cui dieci donne, ospiti dell'unico Opg della Sicilia resta un'incognita. Alcuni saranno destinati alle strutture carcerarie del territorio; quelli che hanno ancora bisogno di supporto psichiatrico dovrebbero essere trasferiti presso i vicini Rems (residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza) realizzati a Naso (Messina) o a Caltagirone (Catania) che però non potranno ospitare più di 20 pazienti, come prescrive la legge. Gli altri saranno dirottati verso altre strutture.
I Rems saranno gestiti dai Dipartimenti di salute mentale che dovranno garantire ogni assistenza e adeguati programmi
terapeutici ai soggetti con patologie mentali. All'Opg di Barcellona Pozzo di Gotto ci sono situazioni molto diverse dal punto di vista giudiziario e clinico, con casi di patologie anche gravi. L'elegante costruzione in tardo stile Liberty, che ospita il Centro, realizzata nel 1925, era a suo tempo un modello sia sotto il profilo strutturale che scientifico, con un ingegnoso sistema alle finestre che, mimetizzando le sbarre, garantiva una completa visione dell'esterno. Per molti anni fu considerato una sorta di «buen retiro» anche per i mafiosi che si fingevano pazzi pur di non essere rinchiusi in carcere.
La struttura in passato è stata al centro di critiche sulla situazione igienico sanitaria e di un'ispezione nel 2010 da parte di una commissione parlamentare d'inchiesta guidata dall'attuale sindaco di Roma Ignazio Marino. Adesso diventerà un penitenziario destinato ai detenuti responsabili di reati di lieve entità.
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